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Industria farmaceutica fredda sull’intelligenza artificiale

Il 65% delle 20 principali grandi aziende farmaceutiche ha vietato ai dipendenti di utilizzare l’applicazione di intelligenza artificiale generativa ChatGPT di OpenAI. È questo il dato più sorprendente che emerge dal sondaggio ZoomRx condotto su oltre 200 professionisti del settore delle scienze della vita. Più della metà del campione interpellato ha affermato che le proprie aziende hanno vietato ai dipendenti di utilizzare  gli strumenti di intelligenza artificiale, giustificando tali politiche con la preoccupazione che dati interni sensibili possano essere divulgati ai concorrenti.

Facendo riferimento all’intelligenza artificiale nel suo complesso, l’83% degli intervistati ha etichettato la tecnologia come “sopravvalutata”. Tuttavia, solo l’8% ha affermato di non aver ancora iniziato ad adottare l’intelligenza artificiale, mentre poco più del 50% degli intervistati che ha affermato di avere “alcuni” o “diversi” casi d’uso già in produzione il 10% ha dichiarato di essere leader del settore in termini di produzione.

Tra le aziende biofarmaceutiche che già utilizzano l’IA, l’impiego più comune è stato nella scoperta di farmaci, seguito dalla medicina personalizzata, dal copywriting e all’ottimizzazione dei trial. Nel complesso, molti degli intervistati hanno affermato di considerare la tecnologia principalmente come un veicolo per risparmiare sui costi, con il 64% che lo cita come motivazione che spinge ad implementarla.

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