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La British Medical Association accusa la politica sanitaria inglese: NHS al collasso, i nostri medici e insegnanti fuggono in Europa

Il clima è caldo, scottante all’assemblea rappresentativa annuale della prestigiosa British Medical Association (BMA) in corso fino al 5 luglio a Liverpool, nel Regno Unito. Il Presidente del Consiglio della BMA Phil Banfield nel suo discorso introduttivo ha denunciato che il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) sta collassando. Il dottor Banfield, professore onorario alla Cardiff University School of Medicine ha descritto la situazione “spaventosamente comune” in cui i pazienti in fase terminale sono costretti a dormire in un corridoio o su una sedia mentre gli ospedali falliscono e si sgretolano e le ambulanze sono in attesa fuori dai dipartimenti di emergenza. E denuncia: la situazione di oggi non è il risultato della pandemia, né delle nuove sfide economiche causate dalla guerra in Europa; questa devastazione è stata causata dai successivi governi del Regno Unito.

Il dottor Alan Stout, vicepresidente del consiglio della BMA per l’Irlanda del Nord, nel suo discorso all’evento, ha dichiarato: “abbiamo un vicino molto vicino, un vicino europeo, che sta spingendo molto per una sanità trasformata e sta puntando ad aumenti significativi del numero di medici con condizioni molto migliori rispetto alle nostre. Senza un piano per trattenere i medici c’è un rischio immediato, e già lo vediamo in molti dei nostri servizi di confine, ma c’è anche il rischio prevedibile che perderemo sempre più medici a favore del nostro vicino più vicino”.

Phil Banfield ha ulteriormente rimarcato il problema: “Va bene un piano per la forza lavoro in cui finalmente c’è una valutazione dei costi. Ma ciò ignora il fatto che la crisi è adesso, la situazione critica è oggi. Chi addestrerà la forza lavoro? Chi insegnerà medicina quando non ci saranno più medici e accademici?”.

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