La Conferenza Stato-Regioni, riunitasi il 19 ottobre, ha definito i criteri e la ripartizione delle risorse da destinare alle regioni per l’implementazione del Piano Oncologico Nazionale 2023-2027. Il totale dei fondi ammonta a 10 milioni di euro annui, ripartiti secondo diversi criteri stabiliti dal decreto del Ministero della Salute. Ogni regione, al fine di ottenere le risorse, dovrà rispettare le regole definite dal decreto, attraverso la definizione di un programma regionale e una relazione di monitoraggio annuale, che sarà valutata dal Comitato di coordinamento istituito presso il Ministero della Salute. Come è facile intendere considerando il numero di abitanti, la regione che avrà a disposizione il maggior numero di risorse sarà la Lombardia.
I criteri fissati dal Decreto di riparto per il PON
Il Piano Oncologico Nazionale – documento di pianificazione e indirizzo per la prevenzione e il contrasto del cancro 2023-2027 è stato adottato il 26 gennaio 2023 in Conferenza Stato-Regioni. Sviluppato secondo un approccio globale e intersettoriale, con una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico, compreso il miglioramento delle cure e la prevenzione delle recidive, il Piano pone l’attenzione sulla centralità del malato e sulla riduzione o eliminazione delle disuguaglianze nell’accesso agli interventi di prevenzione e cura. Con il DL Milleproroghe (198/2022) ai commi 9-bis e 9-ter, è stata prevista l’istituzione del Fondo per l’implementazione del PON 2023-2027 con una dotazione pari a 10 milioni di euro annui da ripartire tra le Regioni.
Alla Lombardia quasi il 20% delle risorse
Di questi 10 milioni, 1,7 andranno alla Lombardia, regione più popolata d’Italia e con la maggiore prevalenza di tumori: sono questi i due criteri che, in percentuale uguale, concorrono alla suddivisione delle risorse tra le regioni e che sono stati inseriti nella tabella pubblicata in allegato al decreto del Ministero della Salute. Supera di poco il milione di risorse anche il Lazio, seconda regione per quantità di risorse ripartite.
Programmi regionali e monitoraggio
Le risorse non saranno assegnate alle Regioni senza verifiche rispetto all’implementazione del Piano, tutt’altro. Infatti, ogni amministrazione regionale è obbligata innanzitutto a presentare entro il 30 novembre di quest’anno il proprio programma regionale tramite una delibera. Nel programma, di durata quinquennale, saranno inserite le linee strategiche prioritarie che non sono finanziate già da altre risorse, ma rispondono alla specifica implementazione del Piano Oncologico Nazionale. A partire dal 2024 e fino al 2028, inoltre, ogni regione dovrà presentare entro il 30 settembre di ogni anno una relazione che attesti lo stato di avanzamento complessivo del programma e il raggiungimento degli obiettivi annuali.
Il Comitato di Coordinamento e l’erogazione delle risorse
Il Decreto del Ministero della Salute prevede anche la costituzione di un apposito Comitato di Coordinamento che si occuperà di valutare le relazioni annuali presentate dalle diverse regioni e, di fatto, determinerà quali amministrazioni hanno diritto a ricevere i fondi anno per anno. Il Comitato è istituito tramite decreto del Direttore della direzione generale della prevenzione sanitaria (attualmente il Dott. Francesco Vaia) e sarà composto da tre rappresentanti del Ministero della Salute e da altrettanti nominati dalle regioni.
In caso di mancata presentazione della relazione annuale o di valutazione negativa della stessa da parte del Comitato – a causa, ad esempio del mancato raggiungimento degli obiettivi – le risorse non verranno erogate alle regioni. L’erogazione è dunque vincolata all’effettiva messa in atto del Piano Oncologico Nazionale, che viene monitorata periodicamente. I fondi che dovessero essere recuperati dal Ministero della Salute, a causa di inadempienza di alcune regioni, potranno essere redistribuiti secondo i criteri definiti alle altre regioni meritevoli.
“È necessario mettere in campo tutte le azioni necessarie per ridurre le disuguaglianze regionali nell’assistenza sanitaria per i pazienti oncologici. Il PON rappresenta, infatti, il nostro principale alleato nella piena realizzazione delle reti oncologiche territoriali, per garantire a tutti i pazienti diagnosi tempestive, una precoce presa in carico e un veloce accesso a cure e riabilitazione”, ha commentato il Sottosegretario di Stato alla Salute On. Marcello Gemmato, in seguito all’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni.