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Tumori rari: SpringWorks Therapeutics passa alla tedesca Merck

Nuova operazione di consolidamento, stavolta nel comparto dei tumori rari.  La multinazionale farmaceutica tedesca Merck KGaA ha infatti acquisito SpringWorks Therapeutics, società biotecnologica statunitense focalizzata sullo sviluppo di terapie oncologiche e per malattie rare. Tra i venditori c’era anche il fondo Riverfield Partners, che aveva delle azioni della società, e il prezzo complessivo è stato di 3,9 miliardi di dollari, pari a 47 dollari per azione, corrispondente a un valore d’impresa di 3,4 miliardi.

L’operazione è stata approvata all’unanimità sia dal Consiglio di Amministrazione di Merck KGaA, sia da
quello di SpringWorks, e si prevede che sarà finalizzata nella seconda metà del 2025, subordinatamente
al soddisfacimento delle consuete condizioni di chiusura, tra cui l’approvazione da parte degli azionisti di
SpringWorks e l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni regolatorie.

Cosa fa SpringWorks Therapeutics

SpringWorks Therapeutics è un’azienda biofarmaceutica che ha sviluppato una terapia “first-in-class” per pazienti adulti con tumori desmoidi, oltre all’unica terapia approvata per adulti e bambini affetti da neurofibromatosi di tipo 1 con neurofibromi plessiformi.

L’acquisizione rafforzerà la presenza negli Stati Uniti del business Healthcare di Merck KGaA e allargherà l’accesso alle innovazioni terapeutiche di SpringWorks ad un maggior numero di pazienti con tumori rari in tutto il mondo.

In particolare il potenziale di SpringWorks Therapeutics risiede soprattutto nel trattamento di tumori rari, un segmento terapeutico ad alto bisogno clinico e con scarse alternative terapeutiche consolidate. A oggi la società acquisita commercializza innnanzitutto Ogsiveo (nirogacestat), un inibitore orale della gamma-secretasi approvato dalla FDA per il trattamento dei tumori desmoidi, neoplasie rare dei tessuti molli caratterizzate da una crescita infiltrativa e recidivante. Nel 2024, Ogsiveo ha generato vendite per 172 milioni di dollari, contribuendo in modo sostanziale alla crescita della biotech americana.

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