La Commissione europea ha deciso di escludere le aziende cinesi dalle gare pubbliche per dispositivi medici superiori ai 5 milioni di euro. La decisione è maturata in seguito alla prima indagine condotta ai sensi dello Strumento per gli Appalti Internazionali (IPI) e in risposta alle misure restrittive imposte dalla Cina ai fornitori e dispositivi medici europei.
La misura impone un limite massimo del 50% di componenti cinesi nei dispositivi offerti da chi partecipa alle gare pubbliche.
L’Unione Europea difende le proprie imprese da trattamenti discriminatori e vuole promuovere un accesso equo e reciproco ai mercati pubblici, ha dichiarato in una nota la Commissione, sottolineando che il provvedimento è compatibile con gli obblighi dell’UE nell’ambito del WTO, poiché non esistono impegni vincolanti sugli appalti con la Cina.
Una risposta alle pratiche restrittive cinesi
Secondo un rapporto pubblicato nel 2025, il 87% degli appalti pubblici per dispositivi medici in Cina sarebbe soggetto a misure restrittive nei confronti dei prodotti UE. E nonostante ripetuti tentativi di dialogo con Pechino, nessun impegno concreto è stato assunto dalle autorità cinesi per correggere queste distorsioni.
Intanto, le esportazioni cinesi di dispositivi medici verso l’UE sono più che raddoppiate dal 2015 al 2023, beneficiando dell’elevata apertura del mercato europeo, tra i più accessibili al mondo.
Possibilità di revoca
Saranno previste eccezioni laddove non esistano fornitori alternativi. Inoltre, la Commissione resta aperta al dialogo: se la Cina adotterà soluzioni concrete e verificabili, le misure IPI potranno essere sospese o revocate.