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L’Italia punta su biotech e scienze della vita per intrecciare nuove relazioni con gli Usa

Perché ne stiamo parlando
Quattro ministri italiani – Antonio Tajani (esteri), Adolfo Urso (made in Italy), Bernini (ricerca) e Orazio Schillaci (salute) – sono tutti intervenuti questa mattina a Roma, presso la Farnesina, a una conferenza dedicata alle biotecnologie e alle scienze della vita, con particolare riferimento ai rapporti Italia-Usa. All’evento ha preso parte anche l’ambasciatore americano e rappresentanti di università, ricerca e imprese di entrambi i paesi.

L’Italia punta su biotech e scienze della vita per intrecciare nuove relazioni con gli Usa

L’Italia è decisa a fare sul serio per rilanciare il made in Italy in settori considerati ormai chiave a livello globale, il biotech e le life science. E lo fa dimostrando e presentando pubblicamente i suoi piani, accanto agli “amici” americani, in occasione della conferenza “Italia e Stati Uniti: la cooperazione internazionale sulle biotecnologie emergenti e le scienze della vita”, che si è conclusa stamattina a Roma, presso la Farnesina. Si è trattato del primo incontro istituzionale e commerciale di alto livello tra operatori italiani e statunitensi attivi nel settore delle biotecnologie e delle scienze della vita. L’evento si è proposto, in particolare, di illustrare le strategie internazionali di cooperazione, le opportunità di finanziamento e i modelli di ricerca e sviluppo. Ma è stata anche l’occasione di presentare i prossimi passi dell’Italia per rilanciare l’innovazione e la ricerca, come l’istituzione di un tavolo di lavoro internazionale nel campo delle biotecnologie e delle scienze della vita e la creazione di un piano nazionale sulle biotecnologie.

Tajani: “La ricerca è una priorità strategica del nostro paese”

Antonio Tajani, ministro degli Esteri, nel suo intervento di apertura ha annunciato che l’Italia istituirà un tavolo di lavoro internazionale nel campo delle biotecnologie e delle scienze della vita, “settori che sono anche collegati alla sicurezza nazionale e nei quali intendiamo collaborare con un partner storico quali sono per noi gli Stati Uniti”, sottolinea. “Le biotecnologie hanno una grande importanza in diversi settori, tra cui il cambiamento climatico e la protezione dell’ambiente, in particolare per la riduzione dell’uso dei fitofarmaci e dei fertilizzanti”, aggiunge Tajani. “Il contributo è sempre più marcato, anche per l’export: l’Italia offre grandi opportunità di sviluppo, in ogni regione italiana, dal farmaceutico, alla cantieristica, alla logistica e tutto con un sistema universitario consolidato. La ricerca – continua – è una priorità strategica del nostro governo e vogliamo sfruttare il sistema paese proprio per questa attività. Abbiamo diversi investimenti, nel campo farmaceutico, con una grande attrattività”. Per il ministro degli Esteri è oggi fondamentale puntare sulla diplomazia della crescita per aumentare gli investimenti verso il nostro paese, anche grazie anche all’attività degli italiani oltre i nostri confini, sempre più protagonisti sul palcoscenico internazionale. “Siamo impegnati anche nella formazione e nel trasferimento tecnologico – sottolinea – verso i paesi africani, ma abbiamo anche centri di eccellenza e startup innovative. Tra le priorità del prossimo G7 abbiamo inserito temi come la transizione digitale e le intelligenze artificiali, ma le biotecnologie hanno un alto valore aggiunto”. E aggiunge: “L’Italia ha due stelle polari, l’Europa e le relazioni transatlantiche e per questo dobbiamo sviluppare partenariati strategici, così da consolidare le relazioni politiche e industriali. Ricordo che gli Usa sono stati il principale paese di export e l’ottavo come fornitore”.

Urso: “Il governo ha previsto di agevolare gli investimenti di aziende internazionali”

Il ministro Urso ha invece annunciato che entro la fine dell’anno l’Italia proporrà un piano nazionale sulle biotecnologie, settore nel quale “innovazione e sicurezza devono procedere insieme, soprattutto quando si parla di internazionalizzazione degli investimenti.  “L’industria biomedicale italiana ha forti radici internazionali, ma dobbiamo affrontare con attenzione l’aspetto regolatorio in Ue sul settore biotech. L’Europa – continua –  deve rafforzare questo hub, ma in un quadro normativo che attragga, che presti attenzione alla proprietà intellettuale che deve essere garantita”. Le biotecnologie “sono un settore nel quale l’innovazione influirà più che in altri”, sottolinea Urso e questo anche nell’ottica di una cooperazione internazionale, precisando che il governo ha previsto di agevolare gli investimenti di aziende internazionali in questo settore e sta “lavorando per rafforzare gli investimenti esteri fra i Paesi amici, quali sono gli Stati Uniti”. E continua: “Il Mimit rappresenta il Made in Italy, che raccoglie il terzo settore farmaceutico in Europa e il secondo in biomedicale, importante e all’avanguardia, nonché internazionalizzato in uscita e attrattore di investimenti in entrata. Su questo influiranno le nuove frontiere della tecnologia, come l’intelligenza artificiale. Per questo inseriremo proprio un collegato alla manovra che comprenderà anche le sue ricadute dalla ricerca industriale. Sarà un tema della presidenza italiana del G7”. Sul fronte degli investimenti dall’estero, Urso riferisce che “abbiamo migliorato la capacità di attrazione verso il nostro Paese, con uno sportello dedicato ai buyer internazionali. Sono già stati approvati sette progetti di investimento estero nel settore; inoltre, insieme agli altri ministeri competenti stiamo rendendo più efficace il sistema delle fondazioni dei centri vigilati dallo Stato, competenti ricerca e sviluppo tecnologico”, aggiunge.

Bernini: “Oggi non esiste più la divisione manichea fra ricerca e istituzioni”

“Live science, one life approach, biodiversità e cambiamenti climatici. Sono tutti temi su cui deve soffermarsi l’innovazione e di cui la pandemia è stata il kick off per un’evoluzione che ci ha fatto volare avanti di diversi anni”, dice il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “Dobbiamo lavorare insieme, in sinergia, per lo sviluppo e l’internazionalizzazione. Dobbiamo investire – continua – per portare avanti il nostro sistema tecnologico e inventivo”. Il ministro Bernini evidenzia i passi in avanti fatti in Italia sullo sviluppo dell’innovazione. “Oggi non esiste più la divisione manichea fra ricerca e istituzioni”, sottolinea. “Questa divisione è finita, la ‘linea Maginot’ fra pubblico e privato non esiste più”, sottolinea il ministro, invitando a ragionare sulla comunicazione dei dati nel settore della ricerca e scientifico. “L’open science deve essere molto attenta a valutare e valicare questi limiti di condivisione. Esistono diritti di proprietà industriale – continua – e dobbiamo essere coscienti che stiamo camminando su un ghiaccio sottilissimo, in una dimensione estremamente delicata”. Il ministro ha quindi invitato ad adottare nel tema della condivisione dei dati il metodo “as open as possible, as closed as necessary”, ossia la linea secondo cui i risultati delle ricerche e i dati possono essere mantenuti privati se il fatto di renderli pubblici ad accesso aperto è contrario agli interessi legittimi del ricercatore.

Schillaci: “Collaborazione Usa-Italia crescerà con Centro nazionale di preparazione alle pandemie”

L’intervento del ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha puntato i riflettori sulla crescita della competitività, e della potenziale leadership, del nostro paese nel settore delle biotecnologie e delle scienze della vita. “Un patrimonio che credo vada tutelato e consolidato, continuando ad investire sull’innovazione, la ricerca e la cooperazione internazionale”, specifica. “Con gli Stati Uniti l’Italia vanta una lunga ed eccellente storia di collaborazione tanto in ambito scientifico che a livello industriale”, una cooperazione che troverà un nuovo terreno in cui crescere nel “Centro nazionale di preparazione alle pandemie”, che avrà sede a Siena e ambisce ad essere un’istituzione di primo piano a livello internazionale per lo sviluppo di strumenti per prevenire e curare le malattie infettive emergenti”. Tra le azioni prioritarie del centro anche la resistenza antimicrobica, che è un grande problema di oggi e domani. Il nuovo centro “dovrà entrare a far parte della Rete internazionale di strutture dedicate alla preparazione alle pandemie e collaborare con queste al fine di condividere tecnologie e risorse umane, evitando duplicazioni”. Il ministro ha rimarcato inoltre i numerosi rapporti fra scienziati italiani e statunitensi nel settore della ricerca biomedica. E se “tale vivacità di collaborazione non si è finora tradotta, nella gran parte dei casi, in accordi formali e specifici”. Schillaci ha dunque espresso l’ auspicio che dall’evento odierno possa derivare un impegno a rafforzare ancora di più la collaborazione scientifica con gli Stati Uniti, attraverso programmi strutturati, in particolare con il National Institute of Health, sulle aree di maggiore interesse per le due nazioni. “Al riguardo – ha affermato il ministro –  posso confermare l’interesse italiano in particolare per temi quali l’invecchiamento e le malattie croniche non trasmissibili, con un focus specifico sul campo delle terapie geniche e dei trattamenti innovativi per il cancro”.

Markell (Usa): “Forza lavoro italiana eccellente, perciò investiamo da voi”

Soddisfatto dell’evento organizzato questa mattina alla Farnesina è stato anche l’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Jack Markell. “Questa conferenza riflette l’importanza delle biotecnologie, non solo per Italia e Usa, ma per tutto il mondo. Le soluzioni alle sfide che abbiamo di fronte non possono venire da un solo Paese”, sottolinea. “L’Italia è importante per gli investitori americani, con la sua forza lavoro e il suo saper fare. Il valore della forza lavoro italiana è eccellente, anche per questo investiamo in Italia”, aggiunge. L’intervento dell’ambasciatore americano si è concentrato anche sulla sicurezza. “Bisogna usare bene le biotecnologie – sottolinea – perché c’è la possibilità che vengano usate per scopi nefasti, come biologie, ingegnerie ed editing genetici, per la creazione di bio-armi”. E conclude: “Italia, Usa e altri Paesi che condividono il valore della democrazia, cercano di massimizzare i benefici e minimizzare i rischi, lavoriamo insieme per portare avanti questa idea. Gli istituti di ricerca devono collaborare. C’è accordo sulla ricerca e le scienze e ci concentriamo per ridurre i rischi sulla sicurezza. C’è infatti un rischio geopolitico e dobbiamo fare sì che le biotecnologie non cadano nelle mani sbagliate”.

Dall’evento che si è appena concluso alla Farnesina si evince chiaramente quanto sia forte e crescente l’interesse delle istituzioni al settore delle biotecnologie e delle scienze della vita, ritenute fondamentali sotto svariati aspetti: da quello economico a quello della salute, ma anche dell’ambiente e della ricerca. È stata anche l’occasione di rinsaldare i rapporti con gli Stati Uniti, a cui è stata data la possibilità di entrare in contatto con molti dei protagonisti del biotech italiano, che hanno preso parte all’evento. La netta sensazione è che, a margine di questo evento, siano nate nuove relazioni tra Italia e Usa.

Greco, (Assobiotec-Federchimica): “Il Governo conferma una visione strategica per il biotech in Italia”

All’evento tra i vari stakeholder era presente anche Fabrizio Greco, Presidente dell’Associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie, che  ha così commentato: “L’evento di oggi conferma l’interesse e la visione strategica del Governo per lo sviluppo delle biotecnologie in Italia e fa seguito all’annuncio di un Piano Nazionale per il Biotech che il Ministro Urso aveva fatto alcuni mesi fa. Le biotecnologie rappresentano una delle maggiori opportunità di sviluppo in vari settori industriali, oltre ad essere un asset strategico per la sicurezza e l’autonomia del nostro Paese. Guardiamo con estremo interesse a questo percorso e ci poniamo a disposizione delle Istituzioni per collaborare ed identificare le soluzioni necessarie ad accelerare il percorso che porta un’idea a trasformarsi in soluzione innovativa e rendere l’Italia protagonista nella competizione internazionale”.

Keypoints

  • Presto verrà istituito un tavolo di lavoro internazionale nel campo delle biotecnologie e delle scienze della vita
  • Entro la fine dell’anno verrà creato un piano nazionale sulle biotecnologie
  • L’industria biomedicale italiana ha forti radici internazionali
  • Il governo ha previsto di agevolare gli investimenti di aziende internazionali nel settore biotecnologie
  • La collaborazione Usa-Italia crescerà con Centro nazionale di preparazione alle pandemie
  • L’Italia è importante per gli investitori americani, con la sua forza lavoro e il suo saper fare

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