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L’esclusione sanitaria misurata dal Global Health Inclusivity Index

Perché ne stiamo parlando
La seconda fase del Global Health Inclusivity Index, un progetto realizzato dal think-thank Economic Impact e supportato da Haleon, evidenzia che l’esclusione sanitaria è una criticità a livello globale che riguarda soprattutto i Millenials e la Generazione Z

L’esclusione sanitaria misurata dal Global Health Inclusivity Index
Female doctor logging into electronic patient account. Innovative technologies in medicine

L’esclusione sanitaria, vale a dire la difficoltà a superare le barriere d’ingresso ai servizi sanitari è una delle criticità più diffuse al mondo. Lo evidenzia la seconda fase del Global Health Inclusivity Index, un progetto realizzato dal think-thank Economic Impact e supportato da Haleon, multinazionale del settore del Consumer Healthcare. 

Il problema globale dell’accesso ai servizi sanitari

Attraverso la misurazione dell’estensione e dell’esperienza di inclusione sanitaria effettuata su 42.000 persone in 40 Paesi, è emerso che ben il 66% della popolazione mondiale abbia dovuto confrontarsi, nel corso della propria vita, con almeno una barriera di ingresso nell’accesso ai servizi sanitari.

Non solo: la maggior incidenza dell’esclusione sanitaria si riscontra soprattutto nella Generazione Z, vale a dire fra i giovani tra i 14 ed i 29 anni, e nei Millennials, ossia fra gli adulti tra i 30 ed i 44 anni. La Gen-Z si sente maggiormente esclusa dal sistema sanitario, poiché ben il 45% di coloro che rientrano in essa ha segnalato un disallineamento fra le proprie necessità personali e la qualità dell’assistenza ricevuta. 

Inoltre, circa un terzo di individui che rientrano nei Millenials e nella Gen-Z ha segnalato che la propria condizione di sofferenza e il proprio stato di salute personale non sono stati presi seriamente in considerazione dal personale sanitario. Inoltre, una quota rilevante di individui, pari al 21-22% di ciascuna di queste due fasce generazionali, ha evidenziato che ad essi è stato completamente negato l’accesso alle prestazioni sanitarie. 

Il divario fra aspettative e realtà

Questa edizione dell’Indice mette in evidenza quello che è il divario che si è andato a creare fra le direzioni politiche dei singoli paesi e l’esperienza reale delle persone, e ciò vale maggiormente nei Paesi più evoluti e ad alto reddito. In pratica, l’esclusione sanitaria si viene a creare nel momento in cui non non è possibile far sì che le misure adottate per colmare il divario di accesso alla salute, attraverso politiche orientate all’equità e all’inclusione, rispondano ai bisogni reali dei cittadini. 

I paesi ad alto reddito mostrano i divari maggiori, con una differenza media di 18 punti tra i loro punteggi sulle politiche sanitarie inclusive e l’esperienza dei cittadini. Tale distanza è dovuta soprattutto alla presenza di popolazioni marginalizzate e vulnerabili, e quindi soggette a maggior rischio di esclusione. Fra i paesi sondati la Germania è quello che mostra la maggiore discrepanza. Ciò rivela che molte delle nazioni più ricche del mondo stanno incontrando degli ostacoli nel mettere in atto delle politiche efficaci per rendere i propri sistemi sanitari più inclusivi.

La metodologia della ricerca

Ma come si è arrivati alla misurazione di queste evidenze? Il Global Health Inclusivity Index ha avuto una prima fase, lanciata nel 2022, con la quale sono state esaminate la presenza, la copertura e l’efficacia dei sistemi sanitari inclusivi, delle politiche e dei programmi. La metodologia di ricerca per la seconda fase dello studio, realizzata nel 2023, è stata migliorata per includere un’apposita valutazione tesa a capire quali siano le esperienze di inclusione o esclusione sanitaria delle persone. L’aggiunta di questi dati nella seconda fase dell’Indice ha causato un peggioramento dei punteggi di inclusività sanitaria nell’85% dei paesi sondati. 

L’esclusione sanitaria in Italia

Nella seconda fase dell’Indice l’Italia si è collocata al quindicesimo posto del ranking, una posizione in meno di quella occupata nella scorsa edizione dell’Indice. Questo piazzamento è stato determinato da quattro evidenze positive e due negative.

Le evidenze positive riguardano l’accesso all’assistenza sanitaria, alla diagnostica, e ai trattamenti (possibilità negate a una percentuale limitata della popolazione); l’assenza di discriminazioni nella qualità dell’assistenza sanitaria in termini di etnia o classe sociale; e gli elevati standard di vita che permettono alla popolazione di vivere un’esistenza in salute.

Di contro, le principali evidenze negative sono: un’educazione sanitaria della popolazione tra le più basse rispetto ai Paesi ad alto reddito, e lo scarso accesso ai servizi di teleassistenza. Infatti, solo il 30% del campione afferma di averne potuto usufruire, contro la media del 53% degli altri Paesi ad alto reddito.

Sanità italiana accessibile ma con qualche criticità

In generale, il sistema sanitario italiano garantisce a tutti i cittadini l’accesso ai servizi per la salute, con qualche eccezione che colpisce le fasce più fragili della popolazione e le persone che convivono con una condizione cronica. Prendendo in considerazione l’aspetto generazionale, l’esclusione sanitaria colpisce la GenZ e i Millennials, soprattutto per quel che riguarda le visite specialistiche, le cure ed gli esami diagnostici.

Le principali criticità che sono state segnalate dal campione di cittadini italiani coinvolti nella costruzione dell’Indice riguardano la tempestività nell’erogazione di servizi, le attese ai pronto soccorso, le difficoltà di parlare con il proprio medico di famiglia o ottenere una visita dal dentista o dall’oculista. 

Infine, solo 1 italiano su 10 dichiara la non disponibilità di alcuni servizi essenziali nella propria comunità, (in particolare l’area della salute mentale e quella riproduttiva e sessuale). Ancora, 6 italiani su 10 hanno riscontrato almeno una volta un problema di accesso ai servizi sanitari, in particolare nel fissare un appuntamento (oltre 4 su 10), nella proposta di orari non consoni (24% dei casi) o nella mancanza di fiducia nei confronti degli operatori e dei servizi sanitari (11% delel segnalazioni).

Keypoints

  • E’ stata resa pubblica la seconda fase del Global Health Inclusivity Index, realizzato dal think-thank Economic Impact e supportato da Haleon, multinazionale del settore del Consumer Healthcare
  • Attraverso la misurazione dell’estensione e dell’esperienza di inclusione sanitaria su 42.000 persone in 40 Paesi, è emerso che ben il 66% della popolazione mondiale abbia dovuto confrontarsi, nel corso della propria vita, con almeno una barriera di ingresso nell’accesso ai servizi sanitari
  • La maggior incidenza dell’esclusione sanitaria si riscontra soprattutto nella Generazione Z, (giovani tra i 14 ed i 29 anni) e nei Millennials (adulti tra i 30 ed i 44 anni)
  • La Gen-Z si sente esclusa dal sistema sanitario, poiché il 45% di coloro che rientrano in essa ha segnalato un disallineamento fra le proprie necessità personali e la qualità dell’assistenza ricevuta
  • I paesi ad alto reddito mostrano i divari maggiori a causa della presenza di popolazioni marginalizzate e vulnerabili soggette a maggior rischio di esclusione
  • Nella seconda fase dell’Indice l’Italia si è collocata al quindicesimo posto del ranking
  • Il sistema sanitario italiano in generale garantisce l’accesso ai servizi per la salute a tutti i cittadini, con qualche eccezione che colpisce le fasce più fragili della popolazione e le persone che convivono con una condizione cronica

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