Più di 35 milioni di euro a valere sul Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) sono stati ripartiti con decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca in favore di tre settori: ricerca fondamentale nell’ambito degli atenei, progetti di cooperazione internazionale e Salute (con interventi destinati al sostegno del benessere psicologico degli studenti), in coerenza con il Programma Nazionale della Ricerca 2021-2027. Il decreto firmato dalla Ministra Anna Maria Bernini l’8 maggio scorso è stato pubblicato il 12 settembre in Gazzetta Ufficiale e dispone l’utilizzo delle risorse del FIRST in tre ambiti precisi, in attesa dei bandi che verranno pubblicati nei prossimi mesi. I 35 milioni si aggiungono ai 330 milioni per progetti di ricerca di eccellenza previsti dal Fondo Italiano per la Scienza per le annualità 2022-2023. È importante sottolineare che una parte delle risorse provenienti dal FIRST sarà dedicato in modo specifico alla ricerca nel campo della Salute mentale.
Che cosa è il FIRST
Il Fondo per gli Investimenti nella Ricerca Scientifica e Tecnologica (FIRST) è stato istituito dalla legge 27 dicembre 2006, n.296 (art.1, comma 870), con l’obiettivo di sostenere la ricerca italiana e garantire la massima efficacia nella programmazione degli investimenti in questo settore. Al Fondo confluiscono infatti le risorse annuali per i progetti di ricerca di interesse nazionale delle Università e degli enti pubblici e di altri programmi definiti dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Quali sono le linee d’intervento
Il decreto ministeriale n. 593 del 2016 ha definito le disposizioni per la concessione delle agevolazioni finanziarie previste dal FIRST, in forma di contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, garanzie, voucher di innovazione e credito di imposta. Le linee di intervento individuate dal decreto, che regolano gli ambiti dei progetti di ricerca del Fondo, sono quattro:
- Linea di intervento 1: interventi di ricerca fondamentale, ricerca industriale, ricerca e sviluppo sperimentale, infrastrutturazione, formazione di capitale umano, trasferimento tecnologico e spin off di nuova imprenditorialità innovativa;
- Linea di intervento 2: appalti pre-commerciali di ricerca e sviluppo sperimentale, anche attraverso interventi cofinanziati con pubbliche amministrazioni, in risposta a esigenze di particolare rilevanza sociale (social big challenge);
- Linea di intervento 3: interventi di innovazione sociale (social innovation), prioritariamente proposti da giovani i cui requisiti di partecipazione sono definiti nei singoli bandi/avvisi;
- Linea di intervento 4: interventi nazionali di ricerca fondamentale o di ricerca industriale inseriti in accordi e programmi comunitari e internazionali.
A chi sono destinate le risorse
La concessione delle risorse del FIRST, come stabilito dalle linee guida del decreto ministeriale 593 del 2016, sono distribuite sotto forma di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati; ad esse possono accedervi, come indicato dallo stesso decreto, diversi soggetti. In linea generale i soggetti ammissibili agli interventi sono le imprese, le università, gli enti e gli organismi di ricerca o qualsiasi altro soggetto giuridico in possesso dei requisiti previsti dai bandi, ai quali si aggiungono anche professori e ricercatori universitari, dottorandi o titolari di assegni di ricerca in caso di spin-off per attività di ricerca. Si parla di spin-off della Ricerca quando un gruppo di ricercatori o persone che lavorano in un ente di ricerca si staccano da questa organizzazione per avviare un’impresa indipendente, trasferendo il proprio bagaglio di conoscenze nel tessuto produttivo. Le risorse vengono destinate tramite appositi bandi emanati periodicamente dal Ministero della Ricerca e dell’Università.
La ripartizione del FIRST per l’anno 2023
Con il decreto ministeriale dell’8 maggio 2023, pubblicato in GU il 12 settembre, è stata definita la ripartizione del Fondo FIRST per l’anno corrente, alla quale seguiranno gli specifici bandi del Ministero per la valutazione dei progetti di ricerca. Le risorse totali ammontano a poco più di 35 milioni di euro – che si aggiungono ai 330 milioni già stanziati dal Fondo per la Scienza e agli altri investimenti previsti dal PNRR – suddivisi su tre linee di intervento.
Ricerca di base
La prima linea di intervento riguarda il finanziamento della ricerca fondamentale ed è rivolta ad atenei ed enti pubblici di ricerca afferenti al Ministero dell’università e della ricerca. Più della metà delle risorse (17,5 milioni di euro) sono assegnate a questo filone, che prevede il sostegno della ricerca di base relativa ai tre macro settori di riferimento dello European Research Council – ERC (scienze della vita; scienze fisiche, chimiche e ingegneristiche; scienze umane), in linea con i requisiti del Fondo italiano per la Scienza.
Progetti di cooperazione internazionale
La seconda linea di intervento è destinata, invece, al finanziamento di interventi che riguardano progetti di cooperazione internazionale presentati nell’ambito di bandi lanciati da programmi o iniziative europee o internazionali a cui partecipa il Ministero dell’università e della ricerca. Le risorse assegnate ammontano a 8,7 milioni di euro e il 10% di questa quota è riservata a giovani ricercatori di età inferiore a quarant’anni. I requisiti e le modalità di accesso, così come le aree di ricerca finanziate, in questo caso, sono definiti di volta in volta dai bandi internazionali ai quali il Ministero decide di partecipare. L’obiettivo, si legge nel decreto, è quello di favorire l’inserimento di soggetti italiani all’interno di gruppi di ricerca internazionali.
Salute
La terza, e ultima, linea di intervento destina 8,8 milioni di euro per il finanziamento di interventi in coerenza sia con l’ambito di ricerca “Salute” definito dal Programma Nazionale della Ricerca 2021-2027, sia con gli investimenti previsti dal FIRST in ambito di innovazione sociale. In questo caso, le risorse saranno assegnate per attività di promozione del “benessere” mirate in particolare a ridurre i fattori del disagio psicologico degli studenti nelle Università. L’obiettivo è quello di sostenere progetti per la realizzazione e il potenziamento dei servizi di supporto psicologico e la salute mentale degli studenti.
La salute come fattore sociale: il programma del Ministero per il benessere degli studenti
L’intervento è particolarmente significativo, e apprezzabile, perché riserva una concreta attenzione alla salute – e alla salute mentale nello specifico – come fattore sociale, e non solamente individuale. Con questa linea di finanziamento si vogliono infatti sostenere progetti e interventi che mirano a promuovere il benessere psicologico degli individui all’interno di una comunità, quella degli studenti universitari, che spesso sperimenta ansia e depressione con una frequenza superiore rispetto alla media della popolazione. L’intervento si inserisce in un programma di finanziamento da 70 milioni di euro complessivi annunciato dal Ministero dell’Università e della Ricerca lo scorso luglio, che andrà a finanziare progetti di ricerca, sportelli di ascolto, equipe di specialisti, campagne di sensibilizzazione e potenziamento di servizi per favorire il benessere psicologico degli studenti.
L’attenzione del Ministero rispetto alla salute mentale della comunità universitaria è dunque alta, come commentato dalla Ministra Anna Maria Bernini: “Il nostro obiettivo è creare le condizioni affinché, quando si parla di ragazzi e della loro condizione psico-fisica, non si debba sempre e solo rincorrere l’emergenza. Episodi di disagio si moltiplicano di giorno in giorno, molti ragazzi ancora scontano gli effetti di un lockdown che purtroppo ha rubato tempo e spazi alla socialità e al confronto. Noi vogliamo recuperare questo tempo offrendo non solo dei presidi di supporto ma anche delle soluzioni nuove, nuovi strumenti che si adattino ai giovani di oggi, ad antiche e soprattutto nuove fragilità”.