Il recente incontro dei Ministri del G7 dedicato a tecnologia e digitale, peraltro tenuto in Italia, ha segnato un punto fermo nell’approccio globale all’Intelligenza Artificiale (IA), promuovendo la sua integrazione nei diversi settori – tanto nel pubblico quanto nel privato – tra cui anche quello della sanità. Riuniti a Trento lo scorso venerdì 15 marzo, i Ministri delle sette economie più avanzate del mondo (Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Italia, rappresentata in questo caso dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica Alessio Butti) hanno delineato una serie di iniziative ambiziose per garantire un utilizzo etico e responsabile dell’IA, preservando la privacy, la sicurezza dei dati personali e promuovendo l’equità nei processi decisionali automatizzati. Un passo deciso anche verso la transizione digitale dell’ecosistema della salute, con la creazione di modelli virtuosi in grado di sfruttare le potenzialità dell’intelligenza generativa e dei big data.
L’etica dell’intelligenza artificiale: equità e sostenibilità economica
Il summit del G7, previsto da tempo, si è aperto pochi giorni dopo l’approvazione da parte del Parlamento Europeo dell’AI Act (avvenuto il 13 marzo), il primo regolamento sull’Intelligenza Artificiale. Anche se si dovrà attendere fino a maggio per la promulgazione ufficiale, le nuove leggi metteranno al centro la tutela dei diritti fondamentali e della dignità delle persone. Vengono affrontati temi riguardanti la sicurezza nazionale, la difesa, l’utilizzo dei sistemi biometrici nei luoghi pubblici per ridurre la criminalità e altro. E, direttamente o indirettamente, l’impatto sul mondo healthcare sarà tutt’altro che trascurabile.
Una delle principali preoccupazioni emerse dal summit riguarda l’importanza di garantire un utilizzo etico dell’IA. I Ministri hanno sottolineato la necessità di principi morali e democratici nello sviluppo e nell’uso dei sistemi di IA, facendo emergere con chiarezza l’importanza di mettere al primo posto la salute, la sicurezza e il benessere dei cittadini di tutti i paesi. Questo implica il rispetto dei valori dell’uguaglianza, la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché la prevenzione e la mitigazione di possibili abusi e utilizzi impropri della tecnologia.
Del resto, l’obiettivo dichiarato è evitare qualsiasi tendenza scorretta e ingiusta delle applicazioni dell’intelligenza generativa, stabilendo criteri precisi – e rigorosi – per l’approvazione e l’utilizzo di algoritmi. In tal senso, il G7 si impegna a promuovere un approccio responsabile e consapevole verso l’IA, garantendo che i progressi tecnologici siano sempre orientati al bene comune. Per quanto riguarda nello specifico l’Italia, sarà data grande importanza al trasferimento tecnologico che permetterà di rendere l’intelligenza artificiale uno strumento utile per le piccole e medie imprese del Paese, troppo spesso ancorate a modelli obsoleti e non adattati al contesto attuale. Si è parlato anche di redistribuzione delle risorse investite nell’IA, per evitare disparità tra grandi aziende e PMI, e si è ribadita l’importanza di tutelare le piccole realtà per evitare la perdita di posti di lavoro.
Accesso ai servizi pubblici digitali e inclusione sociale
La dichiarazione finale, pubblicata a seguito dell’incontro dei Ministri, ha sottolineato l’importanza dell’accesso ai servizi pubblici digitali per favorire l’inclusione sociale e aumentare la fiducia dei cittadini nella Pubblica Amministrazione. Il G7 riconosce che l’adozione diffusa di servizi digitali può contribuire a ridurre le disuguaglianze e ad aumentare l’accesso ai servizi essenziali per tutti i cittadini, risolvendo problemi come le lunghe liste d’attesa nella sanità, i ritardi e le difficoltà nella gestione burocratica.
In questo contesto, viene menzionata la Digital Public Infrastructure (DPI) come una soluzione innovativa che potrebbe favorire la crescita sostenibile e promuovere un accesso più inclusivo ed equo ai servizi digitali. Si tratta di un’infrastruttura digitale pubblica che mira a massimizzare le opportunità offerte dalla digitalizzazione per sostenere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e a ridurre i rischi associati alle tecnologie digitali. Si tratta di un approccio centrato sulle persone e interoperabile che fornisce blocchi digitali fondamentali a livello societario, consentendo agli attori locali di innovare e creare nuovi servizi digitali. La DPI si basa su pilastri chiave come l’accessibilità per tutti, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l’accesso a tecnologie sicure e scalabili e il finanziamento coordinato per favorire l’inclusione e l’innovazione digitale.
Cooperare per l’Intelligenza Artificiale
La sicurezza e l’affidabilità dei sistemi digitali rappresentano una priorità fondamentale per il G7 e, più in generale, per tutti i paesi del mondo. Nel contesto dell’IA, ciò include la protezione dei dati personali (a maggiore ragione se si tratta di dati sensibili, tra cui ovviamente quelli relativi alla salute, alla genetica, alla storia clinica eccetera), la prevenzione di cyber attacchi e la mitigazione dei rischi legati all’automazione dei processi decisionali. I Ministri del G7 si sono impegnati a garantire che gli sviluppi nell’ambito dell’IA siano accompagnati da adeguati protocolli di sicurezza e da meccanismi di controllo per prevenire potenziali vulnerabilità. Questo approccio riflette la consapevolezza crescente dei rischi legati alla tecnologia e l’importanza di adottare misure preventive per proteggere la sicurezza e la privacy dei cittadini.
Il summit del G7 ha anche evidenziato l’importanza della cooperazione internazionale e della governance globale nell’affrontare le sfide legate all’IA. I Ministri hanno riconosciuto la necessità di collaborare a livello globale per sviluppare norme e standard comuni per l’uso dell’IA, garantendo che la tecnologia sia utilizzata in modo responsabile ed etico in tutto il mondo e in tutti i settori. Questo impegno riflette la consapevolezza della natura transnazionale delle sfide digitali e l’importanza di una risposta coordinata e collaborativa da parte della Comunità Internazionale. Del resto, il corretto funzionamento dell’intelligenza generativa si basa sull’utilizzo di dati interoperabili e condivisi, facilmente accessibili e trasferibili in contesti differenti. Nel caso della salute, tra algoritmi predittivi per la diagnosi, dati sintetici generati per arricchire quelli dal mondo reale, necessità di garantire pari prestazioni sanitarie a tutti indipendentemente dall’etnia, interoperabilità delle filiere di cura per migliorare efficienza e così via, l’impatto di questi principi sui professionisti sanitari e sulle imprese del comparto health sarà notevole. E siamo, tutto sommato, appena all’inizio.