Dagli Ospedali di Comunità alla telemedicina, la nuova versione “light” del PNRR ridimensiona considerevolmente i piani per la sanità.
Nel complesso la revisione del PNRR offre il fianco a diverse perplessità come sottolineato: “Gli obiettivi di questa parte del PNRR erano nati per rispondere anche ai bisogni delle aree meno servite del Paese. Fin dall’inizio, però la dislocazione degli interventi ad esempio relativi alle Case di Comunità non è sembrata essere fedele a questo obiettivo”. Ora una delle domande che emerge è il criterio con il quale sono stati tagliati alcuni interventi proprio perché si rischia di minare ancora di più il target di avvicinamento alle comunità meno servite. Senza contare – continua la dott.ssa Mandorino – che –“fin dall’inizio erano tendenzialmente prevedibili le difficoltà note nel nostro Paese legate all’andare a edificare o ristrutturare nuovi edifici”. Al livello più generale c’è la preoccupazione che l’attuazione di queste rimodulazioni non venga portata avanti con un “adeguato confronto con le comunità territoriali per individuare sul territorio quali sono i bisogni di salute”.
I problemi di attuazione
In via generale il PNRR alla Missione 6 “Salute” prevede – tutt’ora – un totale di 15,63 miliardi, assegnati a due componenti: la prima “ Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” per 7 miliardi e la seconda “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale” per 8,63 miliardi. Questi fondi hanno l’obiettivo di superare le criticità di natura strutturale che affliggono il nostro sistema sanitario in ragione delle dinamiche demografiche, epidemiologiche e sociali in atto. In particolare, gli interventi previsti si propongono di: superare le disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, con particolare riferimento a prevenzione e assistenza sul territorio; realizzare un’adeguata integrazione tra servizi ospedalieri, territoriali e sociali; ridurre i tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni; conseguire sinergie nelle strategie di risposta ai rischi ambientali, climatici e sanitari.
A fronte di questi target, nel corso del 2022, il rialzo dei prezzi delle materie prime ed energetiche, legato anche alla crisi energetica e acuita dal conflitto russo-ucraino, ha comportato un aumento del costo degli investimenti da realizzare nell’ambito del PNRR. Tale circostanza si è riflessa in modo rilevante anche sul costo delle opere di edilizia sanitaria. Sul piano attuativo, l’aumento dei costi di costruzione ha comportato a parità di finanziamenti, un minor numero di strutture realizzabili. Inoltre, la necessità di individuare durante lo sviluppo progettuale la copertura finanziaria per un costo superiore a quello pianificato nella fase di gara, ha innescato ritardi nell’affidamento dei lavori contrattualizzati. Questi problemi hanno portato il Governo a ritenere problematici l’attuazione di alcuni obiettivi del PNRR in campo sanitario non solo per le strutture sanitarie (Casa della Comunità, Ospedali della Comunità, Ospedali sicuri e sostenibili) ma anche per i progetti di transizione digitale (quali telemedicina, sostituzione delle grandi apparecchiature, ecc.) nella misura in cui questi progetti richiedono – tra l’altro – lavori edili per la preparazione dei locali (ad esempio, di quelli destinati ad accogliere le nuove apparecchiature). Ulteriori criticità sono state individuate dall’Esecutivo nelle catene di approvvigionamento delle materie prime, nella fornitura di attrezzature e nella logistica, riconducibili in parte alla mancanza di flessibilità degli strumenti contrattuali utilizzabili dai soggetti attuatori e in parte a strozzature dal lato dell’offerta.
Cosa cambia per le Case e gli Ospedali di Comunità
La riformulazione della Missione 6 del PNRR sulla Salute ha riguardato in primo luogo Case e Ospedali di Comunità. Quanto alle prime il Governo ha ridotto gli interventi da 1.350 a 936. Il taglio riguarderà soprattutto la realizzazione di nuovi edifici (rispetto agli interventi di ristrutturazione). Secondo il Governo, gli investimenti non realizzati con il PNRR verranno comunque poi portati avanti con il ricorso alle risorse nazionali del programma di investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico o mediante la riprogrammazione delle risorse della politica di coesione (FSC). Quanto invece agli Ospedali di Comunità, il Governo ha rivisto gli obiettivi da 400 a 304 progetti, privilegiando i progetti di ristrutturazione di edifici esistenti che, alla luce delle ultime attività di monitoraggio, non presentano complessità attuative. Anche in questo caso i progetti che presentano un maggior rischio di mancata realizzazione entro i termini dovranno essere invece finanziati con altre risorse.
Telemedicina: taglio alle Centrali operative territoriali
Una preoccupazione che si estende anche al comparto della sanità a distanza e della Telemedicina. Qui il Governo prevede una riduzione dell’obiettivo di realizzazione delle cosiddette Centrali operative territoriali (COT) – che sono punti di accesso territoriali, fisici e digitali, che facilitano l’orientamento tra i servizi della rete di offerta sociosanitaria e che hanno la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari e socioassistenziali. La proposta di modifica prevede la rimodulazione del target da 600 a 524 Centrali operative territoriali (COT). Ancora una volta il Governo prevede di attingere a fondi nazionali per realizzare le COT tagliate dal PNRR. Rivisto anche l’obiettivo relativo alle persone assistite attraverso gli strumenti di telemedicina (come le visite a distanza con adeguate strutture digitali), obiettivo che viene rinviato di un semestre al 2026. “Il ruolo delle Centrali operative territoriali – sottolinea Mandorino – è fondamentale. Dovrebbero essere il luogo dove avviene la regia, dove vengono messi in rete tutti i servizi e le risorse presenti all’interno di un territorio. Dove un cittadino, in particolare ad esempio quello affetto da una malattia cronica che si rivolge a volte impropriamente agli ospedali dovrebbe poter trovare una risposta non solo efficacia ma integrata rispetto”. E continua: “Il taglio di questi punti di coordinamento assieme alla revisione degli obiettivi sulle persone servite dai servizi di telemedicina rischiano di essere un ulteriore colpo inflitto al tentativo di rendere – anche con mezzi digitali – maggiormente presente l’assistenza sanitaria sul territorio”.
Digitalizzazione rimandata e sfoltiti gli interventi antisismici
Problemi anche per la digitalizzazione e la messa in sicurezza degli Ospedali. Quanto alla prima, ad esempio, viene rinviato al 2025 l’obiettivo per l’ammodernamento del parco macchine tecnologico e digitale ospedaliero, per consentire ai soggetti attuatori dei progetti di completare tutte le attività necessarie per l’acquisto, l’installazione e la sostituzione delle apparecchiature obsolete o fuori uso. Quanto alla seconda, vengono ridotti gli interventi antisismici, riduzione giustificata dal Governo con l’incremento dei costi e del conseguente allungamento dei tempi di realizzazione di 22 interventi particolarmente complessi. Progetti che l’Esecutivo intende finanziare poi con risorse nazionali. “Dal punto di vista di tutte le associazioni che si sono mobilitate sul PNRR – rimarca la Mandorino – era impensabile fin dall’inizio che un piano così ambizioso, con una richiesta di fondi così importante, potesse essere messo a terra con gli strumenti ordinari che nel nostro Paese ci sono. Questo dà conto probabilmente della illogicità di interventi di taglio in materia di sicurezza che appaiono, visto il contesto sismico italiano, emergenziali”.
Fascicolo Sanitario Elettronico: esclusa migrazione dei documenti cartacei “vecchi”
Deludenti anche le modifiche al Fascicolo Sanitario Elettronico, uno strumento rivoluzionario che dovrebbe permettere al cittadino di tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per garantire un servizio più efficace ed efficiente. Su questo fronte il Governo ha rivisto i suoi obiettivi puntando all’inserimento primariamente nel fascicolo dei documenti già “nati” in digitale, escludendo dal perimetro dell’intervento col PNRR della migrazione/trasposizione ad hoc di documenti cartacei attuali o vecchi. “Non era proprio questa l’aspettativa – aggiunge Mandorino – quando si è iniziato a lavorare sul Fascicolo Sanitario Elettronico. Ora in un certo senso, almeno per quel che riguarda gli interventi del PNRR – la storia medica di un paziente inizierà da zero, mettendo per ora da parte tutto il pregresso, normalmente in cartaceo. C’è da augurarsi che almeno il processo di digitalizzazione da ora in poi sia ordinario ed efficace. Ma è chiaro che rimane comunque quella parte cartacea di trascorsi medici dei pazienti andrà ricostituito”.
La versione “light” del PNRR non sembra essere molto convincente, esattamente come non lo era prima dei tagli che si sono resi necessari. E anche questa volta è evidente il mancato coinvolgimento delle associazioni e degli attori che avrebbero potuto offrire un contributo prezioso alla rimodulazione dei piani originari. Non stupisce dunque lo scetticismo con cui viene accolta la proposta del Governo e si teme anche per la realizzazione di questi obiettivi ridotti. Dal canto nostro continueremo a monitorare l’evoluzione della vicenda.