Sanità: Regione che vai assistenza essenziale che trovi

Sanità: Regione che vai assistenza essenziale che trovi

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Valentina Arcovio

Perché ne stiamo parlando
Il Ministero della Salute ha pubblicato il rapporto sul Monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza 2022, il quale ha rivelato una significativa diversità nelle performance delle Regioni italiane.

Seppur con le dovute differenze, l’assistenza ospedaliera migliora ovunque. Qualche progresso si registra nell’assistenza territoriale, anche se ci sono ancora molte criticità. Langue invece la prevenzione. Luci e ombre, poche le prime e tante le seconde, sono contenute nel nuovo report (visualizza il documento qui) del Ministero della Salute sul Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), lo strumento per la valutazione della capacità delle Regioni di erogare i livelli essenziali di assistenza sanitaria. Si conferma ancora una volta la forte variabilità tra le Regioni: solo 13 hanno raggiunto la piena sufficienza nella capacità di garantire interamente ai cittadini i livelli essenziali di assistenza. Si tratta di Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Puglia e Basilicata. «Il Nuovo Sistema di Garanzia – spiega il Ministro della Salute, Orazio Schillaci – rappresenta uno strumento per verificare la capacità delle Regioni di garantire il diritto alla tutela della salute dei cittadini e per indirizzare la programmazione sanitaria a tutti i livelli di governo, per aumentare la qualità, l’efficienza e l’efficacia del Servizio Sanitario Nazionale».

Migliorano gli indicatori che misurano il sistema ospedaliero

Il sistema misura 88 indicatori, attribuendo a ciascuno di essi un punteggio da 0 a 100, in cui 60 rappresenta la soglia di sufficienza. Gli ultimi dati presentati al Ministero della Salute si riferiscono al 2022 e misurano l’assistenza fornita in ospedale, quella sul territorio e gli interventi di prevenzione, come le vaccinazioni o gli screening. «Questo rapporto ci mostra che le Regioni hanno superato la fase della pandemia e l’ultimo triennio sembra aver portato un miglioramento generalizzato nella capacità di erogazione dei livelli essenziali di assistenza», evidenzia Americo Cicchetti, Direttore Generale della ex Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute. Il miglioramento, però, non riguarda allo stesso modo le tre aree del servizio sanitario né tutte le Regioni. Migliorano gli indicatori che misurano il sistema ospedaliero. Tutte le Regioni, salvo la Valle d’Aosta, raggiungono infatti un punteggio sufficiente con un valore massimo (98,35) raggiunto dalla P.A. di Trento, seguito da Emilia-Romagna (93,50) e Toscana (92,32). Il rapporto fotografa la diffusione di buone pratiche nel sistema ospedaliero: crescono per esempio gli interventi per il cancro al seno eseguiti in strutture ad alto volume e quindi a maggiore specializzazione. Restano tuttavia sacche di inappropriatezza: si registra per esempio un aumento dei parti cesarei negli ospedali più grandi.

Regioni bocciate sul fronte della prevenzione

Nell’area dell’assistenza sul territorio hanno un punteggio sotto la soglia Valle d’Aosta, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna. Tuttavia, si notano progressi, in diversi ambiti. Per esempio calano i ricoveri prevenibili, sintomo di una buona presa in carico sul territorio; aumentano i pazienti che ricevono cure palliative (ne ha avuto accesso il 64,55% dei pazienti oncologici morto per tumore); migliorano i tempi di soccorso del sistema 118 che su scala nazionale si attestano a 19 minuti. Resta, invece, critica, la situazione della prevenzione, con vaccinazioni, screening oncologici e stili di vita che in molte Regioni fanno passi indietro rispetto agli anni precedenti. In questo ambito non raggiungono la sufficienza Valle d’Aosta, P.A. Bolzano, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna. Ben 12 Regioni nel 2022 hanno inoltre un punteggio peggiore rispetto al 2021. Tra i singoli indicatori, resta molto da fare nel campo delle vaccinazioni. Le coperture sono sostanzialmente stabili e solo 5 Regioni (Lombardia, P.A. Trento, Veneto, Emilia Romagna, Campania) hanno un punteggio pieno. Va peggio sugli screening oncologici: solo 3 Regioni (P.A. Trento, Veneto, Emilia Romagna) raggiungono il 100, con 7 Regioni, tutte al Centro-Sud, sotto la soglia della sufficienza. Tra gli screening quello che fatica di più è quello per il cancro del colon retto che ha un livello di adesione nazionale del 28,23%, con 5 Regioni sotto il 15%, tra cui spicca la Calabria con il 2,72%.

Fiaso: serve più tempestività nella valutazione del SSN

Il Presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore è soddisfatto del nuovo sistema di garanzia come strumento di valutazione, «ma va reso più tempestivo e integrato con nuovi indicatori perché sia più efficace» e «va messo al centro il tema dell’equità e del contrasto alle diseguaglianze». E continua: «Chiediamo un passo avanti indispensabile verso la piena integrazione dei sistemi informativi così da ottenere un monitoraggio in tempo reale dell’andamento del SSN. Un’evoluzione del resto prevista dal PNRR che ha già nella digitalizzazione uno dei suoi pilastri, insieme all’obiettivo della piena interoperabilità tra le piattaforme esistenti. Oggi presentiamo e ragioniamo sui dati del 2022, ma qualunque politica sanitaria decidiamo di promuovere, soprattutto in questa fase storica che non consente sprechi, ha bisogno di un sistema che permetta di valutarne gli effetti e di intervenire in modo mirato ed efficace in tempo reale».

Keypoints

  • Solo 13 Regioni hanno raggiunto la piena sufficienza nella capacità di garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza
  • Migliorano gli indicatori che misurano il sistema ospedaliero
  • Nell’area dell’assistenza sul territorio hanno un punteggio sotto la soglia Valle d’Aosta, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna
  • Resta critica la situazione della prevenzione, con vaccinazioni, screening oncologici e stili di vita che in molte Regioni fanno passi indietro
  • La Fiaso chiede la piena integrazione dei sistemi informativi così da ottenere un monitoraggio in tempo reale dell’andamento del SSN

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