Dispositivi medici, eccellenza italiana in tour: parte il roadshow per i 40 anni di Confindustria DM

Dispositivi medici, eccellenza italiana in tour: parte il roadshow per i 40 anni di Confindustria DM

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Laura Morelli

Perché ne stiamo parlando
Confindustria Dispositivi Medici celebra 40 anni con un roadshow: si parte dall’Emilia-Romagna per valorizzare innovazione, occupazione e salute pubblica.

Inizia dall’Emilia Romagna il roadshow di Confindustria Dispositivi Medici “Insieme per un Paese in Salute” che quest’anno celebra i 40 anni d’attività.

Il progetto, un percorso a tappe in quattro regioni italiane quali Emilia-Romagna, Puglia, Lombardia e Toscana, a Bruxelles e un appuntamento conclusivo a Roma, vuole mettere al centro la rilevanza del sistema dei dispositivi medici per l’Italia che, ha ricordato nei saluti d’apertura Nicola Barni, Presidente di Confindustria Dispositivi Medici, «è un comparto che fattura 19 miliardi di euro, pari a poco meno di un punto percentuale del PIL, con 118 mila addetti distribuiti in oltre 4.600 imprese».

Un anniversario che vuole mettere in risalto le eccellenze territoriali, il forte legame con i distretti produttivi e la collaborazione con le associazioni del sistema Confindustria. L’Emilia-Romagna rappresenta il cuore pulsante di questa eccellenza industriale e sanitaria e non è un caso che si inizi dalla regione che ospita un polo d’eccellenza internazionale e cioè il distretto biomedico di Mirandola, in provincia di Modena.

In questa regione «si concentra il 10,8% delle aziende del settore, che danno lavoro al 13% degli occupati complessivi», ha ricordato Barni, per il quale il settore «più di altri registra una significativa presenza di leadership femminile. Siamo un comparto che genera valore e ricchezza per il Paese attraverso la produzione di dispositivi medici ormai essenziali per clinici e pazienti. Dalla diagnosi alla riabilitazione, oggi non esiste un percorso di cura che non coinvolga l’utilizzo di dispositivi medici».

Barni ha sottolineato come il comparto abbia compiuto «passi avanti enormi» negli ultimi quarant’anni, mostrando una costante resilienza e, soprattutto, una straordinaria capacità di innovare. Il settore dei dispositivi medici conta infatti oltre 1,5 milioni di tecnologie mediche, «pensiamo ai pacemaker, ai dispositivi a base di sostanze, ai test diagnostici, fino alla stampa 3D – ha detto il Presidente -. Oggi i dispositivi medici sono sempre più intelligenti e complessi: questo consente non solo di contribuire alla sostenibilità del sistema sanitario ed economico, ma anche di alimentare la ricerca, grazie alla grande mole di dati generati. Nascono così nuove professionalità, come quella del clinical data manager, che ha il compito di trasformare questi dati in valore per il paziente».

Oggi il settore dei dispositivi medici conta oltre 1,5 milioni di tecnologie mediche come pacemaker, Tac, RMN, test di laboratorio, soluzioni oftalmiche, sciroppi, integratori, filler, ecografi, ma anche tutte le innovazioni che stanno trasformando il mondo della salute attraverso una rivoluzione tecnologica senza precedenti: dalla stampa 3D alle nanotecnologie, dalla medicina personalizzata basata su biomarcatori e genomica alla telemedicina, dalla robotica alle terapie digitali fino all’intelligenza artificiale.

Tutto questo, ha aggiunto, si inserisce in un ecosistema sempre più articolato. «La collaborazione è fondamentale», ha detto e per questo guardare al futuro «significa promuovere sinergie: il nostro settore si trova ad affrontare sfide che non può sostenere da solo».

L’impegno del Ministero per la governance

«I dispositivi medici rappresentano una vera e propria fonte di attrazione per gli investimenti nel nostro Paese, come dimostra proprio il caso del distretto biomedicale di Mirandola – ha commentato in collegamento Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della Programmazione dei Dispositivi Medici, del Farmaco e delle Politiche in favore del Servizio Sanitario Nazionale del Ministero della Salute -. Un Paese che voglia davvero essere attento allo sviluppo economico e sociale non può esimersi dal sostenere i settori legati alla salute, anche alla luce dei dati che descrivono il comparto».

Secondo Mennini, il settore dei dispositivi medici «è uno dei principali pilastri per la tutela della salute pubblica». Tuttavia, ha aggiunto, affinché un comparto così competitivo possa realmente contribuire al riequilibrio del Servizio Sanitario Nazionale — trovando il trade-off tra innovazione, governance e sostenibilità — «è fondamentale disporre di regole certe, condivise e con una prospettiva di medio-lungo periodo. Solo così si può garantire al settore la possibilità di programmare investimenti, orientarsi strategicamente e determinare l’entità delle risorse necessarie».

«Questo — ha concluso — è il focus del Ministero, che si impegna a rivedere la governance e le regole del sistema. L’attenzione verso il settore c’è, è forte, e vi è ampia disponibilità al dialogo, anche in virtù della sua importanza strategica».

Innovazione made in Emilia-Romagna

L’Emilia-Romagna, come detto, rappresenta un polo strategico per l’industria dei dispositivi medici, non solo per i numeri ma anche per la concentrazione di competenze professionali: più della metà degli occupati nel settore è laureato (51,6%) e l’8,6% lavora in attività di R&I. Inoltre, il 44% della forza lavoro è rappresentato da donne, un dato che sottolinea l’inclusività e la diversità del comparto.

Nel complesso, ha illustrato in conferenza Valeria Glorioso, Direttrice Centro studi di Confindustria Dispositivi Medici, sono 502 le aziende del settore dei dispositivi medici che operano in Emilia-Romagna, con quasi 17.000 occupati, di cui il 51,6% altamente qualificati. Questo territorio si distingue non solo per l’elevata produzione, che raggiunge circa 660 milioni di euro l’anno con il 68% delle aziende, ma anche per la sua capacità di innovare e attrarre talenti. Nel 2023, la regione ha investito circa 130 milioni di euro in Ricerca&Sviluppo (R&S), pari al 12,9% degli investimenti nazionali nel settore.

Keypoints

  • Al via dall’Emilia-Romagna il roadshow “Insieme per un Paese in Salute” di Confindustria Dispositivi Medici, che celebra 40 anni di attività.

  • Il settore vale 19 miliardi di euro, impiega 118 mila addetti in oltre 4.600 imprese e gioca un ruolo chiave in tutti i percorsi di cura.

  • Mirandola è simbolo dell’eccellenza biomedicale italiana e polo di attrazione per investimenti, innovazione e professionalità.

  • L’Emilia-Romagna si distingue per alta qualificazione, forte presenza femminile, investimenti in R&S e capacità di innovazione tecnologica.

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