Il nuovo volto del Gaslini di Genova: verso un ospedale più centralizzato e multidisciplinare

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Gianluca Dotti

Perché ne stiamo parlando
A fine gennaio la posa della prima pietra ha dato il via alla costruzione del Padiglione Zero del progetto del Nuovo Gaslini. Ne abbiamo parlato con il direttore sanitario Raffaele Spiazzi.

L’Istituto Giannina Gaslini di Genova si sta rinnovando – il progetto prevede la costruzione ex-novo di un Padiglione Zero da 219 posti (di cui un terzo di terapia intensiva) e la ristrutturazione di cinque edifici già esistenti – con l’ambizione di diventare un ospedale innovativo e all’avanguardia nel panorama nazionale e internazionale.

A 87 anni dalla sua fondazione, il nosocomio del capoluogo ligure specializzato in alta complessità di cura per l’età pediatrica si evolve per rispondere alle esigenze di una sanità in continua evoluzione, con un focus particolare sul multidisciplinarietà, integrazione delle tecnologie più avanzate e centralizzazione delle aree critiche per migliorare l’efficienza e la sicurezza dei percorsi di cura.

Il nuovo progetto non si limita alla costruzione di un nuovo edificio moderno, ma prevede una riorganizzazione complessiva dell’ospedale, finalizzata anzitutto a ridurre la frammentazione dei servizi e a ottimizzare l’assistenza ai pazienti. La progettazione, stando alle intenzioni, si basa su principi di efficienza spaziale, sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica, con un’attenzione particolare al comfort delle famiglie e del personale sanitario, a cui si affianca anche l’ipotesi (per ora ancora lontana nel tempo) di trasformare i padiglioni storici in una Città della Salute con campus universitario, asilo, foresteria, attività commerciali, spazi per lo sport e per la riabilitazione motoria.

Il percorso di rinnovamento, iniziato nel 2024 con le demolizioni e che dovrà portare a completare il Padiglione Zero entro il 2026 e le ristrutturazioni entro il 2029, è realizzato con il modello del partenariato pubblico-privato e rappresenta un passo in avanti verso un paradigma capace di adattarsi rapidamente alle esigenze del mondo health.

A pochi giorni dalla posa della prima pietra del Padiglione Zero, che dà simbolicamente l’avvio ai lavori, ne abbiamo parlato con il direttore sanitario della struttura, Raffaele Spiazzi.

Quali sono gli elementi guida – dal punto di vista sanitario e funzionale – che sono alla base del concept del nuovo Gaslini?

«La progettazione di un ospedale moderno si basa su principi fondamentali che garantiscono efficienza, sicurezza e qualità delle cure. Uno degli aspetti centrali è la razionalizzazione degli spazi per ottimizzare i percorsi assistenziali e ridurre i tempi di intervento, specialmente nelle aree di emergenza e alta intensità di cura. Questo significa collocare unità come pronto soccorso, blocco operatorio e terapia intensiva in prossimità fra loro, per favorire un intervento tempestivo. La configurazione, che prenderà forma proprio con il Padiglione Zero consente una maggiore rapidità d’intervento e riduce i rischi legati agli spostamenti dei pazienti in condizioni critiche.

Un altro principio chiave è la modularità e la flessibilità degli ambienti, che devono potersi adattare rapidamente alle nuove esigenze sanitarie senza interventi strutturali invasivi. Oltre all’uso di materiali innovativi e soluzioni ergonomiche per creare un ambiente più confortevole per pazienti e personale, ogni scelta mira a promuovere la sostenibilità, con edifici progettati per ridurre il consumo energetico e minimizzare l’impatto ambientale attraverso tecnologie di isolamento termico, fonti rinnovabili e sistemi di gestione intelligente dell’energia.

Anche l’accessibilità gioca un ruolo fondamentale, garantendo percorsi intuitivi per i pazienti, spazi adeguati per i caregiver e ambienti di lavoro efficienti per il personale medico. Insomma, gli spazi per i pazienti sono stati progettati con maggiore attenzione al comfort e alla privacy, favorendo un approccio che considera anche il benessere psicologico di chi dovrà stare all’interno della struttura».

In che modo le tecnologie di frontiera, inclusa l’intelligenza artificiale, verranno integrate nella nuova struttura?

«L’innovazione tecnologica sta cambiando l’assistenza sanitaria, introducendo strumenti che migliorano l’accuratezza delle diagnosi e la personalizzazione delle terapie. Di alcuni elementi siamo già certi: l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per analizzare grandi volumi di dati medici, identificare pattern clinici e supportare i medici nelle decisioni diagnostiche e terapeutiche. In radiologia, per esempio, gli algoritmi AI hanno la capacità individuare anomalie nelle immagini con elevata precisione, accelerando il processo diagnostico e promuovendo un percorso clinico più efficace. Anche la chirurgia beneficia di tecnologie avanzate come la robotica, che consente interventi meno invasivi e più precisi.

Le nuove attrezzature introdotte per l’imaging intraoperatorio, come la risonanza magnetica durante l’intervento, permettono ai chirurghi di verificare immediatamente il successo dell’operazione senza dover attendere esami post-operatori. Inoltre, la digitalizzazione dei percorsi clinici migliora la gestione delle informazioni sanitarie, garantendo un accesso più rapido e sicuro ai dati dei pazienti e favorendo una maggiore integrazione tra i vari reparti. Inoltre, strumenti di telemedicina e monitoraggio remoto permettono di seguire i pazienti anche a distanza, riducendo la necessità di ricoveri prolungati e migliorando la gestione delle malattie croniche».

Tutto questo ha valore generale, ma sappiamo che si tratta di un’evoluzione high tech che procede a ritmo spedito: quali strategie avete elaborato per poter avere tecnologie sempre aggiornate all’interno dell’ospedale?

«L’innovazione avanza rapidamente e i dispositivi rischiano di diventare obsoleti in pochi anni. Sappiamo bene quanto sia importante la strategia per garantire che le tecnologie siano sempre operative e al passo con i tempi, evitando il rischio di malfunzionamenti o di blocchi operativi: per questo scopo abbiamo previsto contratti di fornitura che prevedono aggiornamenti periodici delle apparecchiature, garantendo che l’ospedale disponga sempre di strumenti all’avanguardia senza dover affrontare costi elevati per la sostituzione totale dei macchinari.

L’utilizzo di piattaforme modulari, inoltre, consente di integrare nuovi componenti senza dover riconfigurare l’intera infrastruttura tecnologica, rendendo più agevole l’implementazione di innovazioni future. Altrettanto fondamentale riteniamo sia la formazione continua del personale: nuove tecnologie richiedono competenze aggiornate per essere utilizzate al massimo delle loro potenzialità, e investire in corsi e programmi di aggiornamento permette di massimizzarne i benefici. Infine, la collaborazione con aziende specializzate e istituti di ricerca aiuta a garantire un costante aggiornamento non solo sulle nuove tecnologie in sé, ma anche sulle best practice nel loro utilizzo».

L’investimento per i lavori è di 180 milioni di euro, che supereranno i 500 nel corso di 22 anni del contratto di concessione: quali sono i vantaggi della scelta del partenariato pubblico-privato per finanziare e sostenere la costruzione del nuovo padiglione e la ristrutturazione?

«Si tratta di un modello di finanziamento che consente di realizzare infrastrutture sanitarie in tempi più rapidi rispetto agli appalti tradizionali, abbassando i rischi di ritardi burocratici e problemi amministrativi. Questo approccio permette di distribuire i costi tra il settore pubblico e gli investitori privati, riducendo il peso economico iniziale per lo Stato e garantendo al contempo un controllo sulla qualità e sull’efficienza del progetto.

Il coinvolgimento di partner privati spesso porta anche a un miglioramento della gestione operativa, grazie all’esperienza e alle competenze tecniche che le aziende possono mettere a disposizione. Tuttavia, per evitare che l’interesse economico prevalga sulla qualità dell’assistenza, è essenziale che gli accordi prevedano clausole chiare sui tempi di consegna, sugli standard qualitativi e sulle modalità di gestione dell’infrastruttura nel lungo periodo. Se ben strutturato, questo modello può offrire una soluzione sostenibile per la costruzione e la gestione di ospedali moderni ed efficienti».

Keypoints

  • È iniziata la costruzione del Padiglione Zero del nuovo ospedale Gaslini di Genova, a cui seguirà la ristrutturazione di 5 padiglioni
  • La riorganizzazione della struttura mira a ridurre i tempi di intervento e a migliorare la sicurezza nei percorsi assistenziali
  • L’architettura si basa su strutture modulari e flessibili progettate per adattarsi alle future esigenze della medicina pediatrica
  • I servizi prevedono l’integrazione di intelligenza artificiale, robotica e imaging intraoperatorio, per diagnosi più accurate
  • Soluzioni di telemedicina supporteranno un accesso rapido ai dati clinici, per migliorare l’assistenza ai pazienti anche a distanza
  • La struttura è progettata per essere sostenibile, con riduzione dei consumi energetici e ottimizzazione delle risorse ospedaliere
  • La formula del partenariato pubblico-privato è stata scelta per avere tempi di realizzazione più rapidi e una gestione efficiente

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