Al via il tavolo tecnico sulle neoplasie testa-collo. Campisi: «Obiettivo creare strategia per diagnosi precoci e cure eque»

Al via il tavolo tecnico sulle neoplasie testa-collo. Campisi: «Obiettivo creare strategia per diagnosi precoci e cure eque»

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Mario Catalano

Perché ne stiamo parlando
Nel 2022 sono stati diagnosticati quasi 390mila nuovi casi di cancro della sola cavità orale. L’obiettivo del Tavolo è la ricognizione delle attività di promozione della salute.

Tumori testa-collo, svolta in arrivo? Il ministero della Salute ha istituito un Tavolo tecnico, coordinato da Lorenzo Lo Muzio, rettore dell’Università degli Studi di Foggia, con esperti di spicco, per approfondire le problematiche neoplastiche della regione testa-collo in Italia, dove ancora si registrano diagnosi tardive e bassa sopravvivenza.

Al Tavolo siederà anche Giuseppina Campisi, ordinaria del dipartimento BiND (Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata dell’Università degli Studi di Palermo), past-President della Società Italiana di Patologia e Medicina orale, docente di Patologie del cavo orale e responsabile della UOSD di Medicina Orale del Policlinico Giaccone, un’Unità Operativa che si occupa della diagnosi precoce delle patologie tumorali del cavo orale e delle cure odontostomatologiche dei pazienti fragili.

Professoressa Campisi, qual è il ruolo che ricoprirà all’interno del Tavolo e in cosa consisterà?

«Il mio ruolo sarà quello, insieme agli altri esperti di branca, di fornire competenze specifiche nell’ambito della medicina orale, con particolare attenzione alla diagnosi precoce, alla gestione multidisciplinare e al trattamento delle patologie neoplastiche della regione testa-collo. È importante evidenziare subito che il Tavolo tecnico, prima e virtuosa esperienza italiana nel focus dei tumori testa-collo, potrà contare sulle competenze normative, scientifiche e gestionali di ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità (ISS), Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), Alleanza contro il Cancro (ACC) e Associazione Italiana di Oncologia Cervico-Cefalica (AIOCC).

Al contempo, il Tavolo ha richiamato e funzionalizzato esattamente le stesse competenze multidisciplinari indispensabili per la moderna e appropriata diagnosi e cura di questi tumori, cioè quelle di odontoiatria con competenze di medicina orale, anatomia patologica, chirurgia maxillo-facciale, otorinolaringoiatria, chirurgia generale, oncologia medica, radioterapia. Il Tavolo tecnico ha come obiettivo primario la ricognizione delle attività di promozione della salute, di prevenzione e di trattamento delle patologie tumorali».

Si potrà raggiungere?

«L’obiettivo è veramente sfidante, perché a oggi in Italia sono tante le criticità e aree di miglioramento che si possono mettere in atto per queste patologie neoplastiche considerate rare (nel 2022 sono stati diagnosticati quasi 390mila nuovi casi di cancro della sola cavità orale nel mondo, di cui quasi 5mila sono stati diagnosticati in Italia), ma che hanno ancora diagnosi tardive e quindi frequenze di sopravvivenza libera da malattia molto basse (come evidenziato dai 1.841 decessi annui e da una prevalenza a cinque anni di soli 15.434 casi in Italia), ma le cifre cambiano quando si misurano i dati del cancro delle vie aero-digestive superiori (in Italia, nel 2024 sono state stimate circa 6mila nuove diagnosi, e nel 2022 sono stati stimati 3.800 decessi).

C’è tantissimo da analizzare, basti pensare alle differenze tra medicina di territorio e medicina ospedaliera nelle varie macroregioni italiane, tra equipe mono-disciplinare e quelle molto più efficienti multidisciplinari nella diagnosi precoce, nelle terapie integrate e nel monitoraggio (sia delle lesioni potenzialmente maligne sia delle neoplasie curate). E poi c’è in Italia ancora irrisolto il grande tema della prevenzione primaria (eliminazione dei fattori di rischio), dell’informazione della popolazione e della sua consapevolezza che trattasi, per il cavo orale, di tumori a portata anche di un buon’auto-esame, oltre che di visite odontoiatriche routinarie».

Quali strategie servono per migliorare la ricognizione delle attività di promozione della salute, prevenzione e trattamento delle patologie tumorali?

«A mio parere, anche dopo avere osservato e studiato alcune strategie estere per la stessa tipologia di malattia, si dovrebbe partire da una strutturata e aggiornata mappatura delle attività (di prevenzione primaria, secondaria e terziaria) attualmente in essere a livello regionale e nazionale, anche mediante l’uso di strumenti digitali interoperabili.

Dopo questa prima mappatura dei workflow messi in atto all’interno del SSN, anche e soprattutto in relazione alle migliori evidenze scientifiche, si potrà fornire un articolato e incrementale documento sulle patologie neoplastiche, distinte tra quelle a carico di cavo orale (labbra, gengive, mucosa buccale, pavimento orale, palato duro, lingua), orofaringe (tonsille, base della lingua, palato molle), nasofaringe, ipofaringe, laringe, cavità nasali e seni paranasali (principalmente in tutte queste sedi carcinoma squamo-cellulare) e ghiandole salivari maggiori e minori.

Sarà fondamentale valorizzare le iniziative esistenti, se rispondenti agli standard internazionali (anche in termini di stadiazione tumorale TNM – VIII edizione – e protocolli diagnostici-terapeutici assistenziali, PDTA), e con un’attenzione necessariamente particolare per quei territori con minore accesso ai servizi specialistici».

Quali sono le prime azioni che il Tavolo intraprenderà per affrontare le problematiche neoplastiche della regione testa-collo individuate come prioritarie?

«Le prime azioni, concordate con il Coordinatore il professore Lo Muzio, riguarderanno l’identificazione delle principali criticità nella diagnosi precoce, nella presa in carico e nel follow-up dei pazienti».

Per esempio?

«La prevenzione primaria per questi tumori è, al momento, parcellizzata, affidata alla preziosa e buona volontà delle Associazioni e delle Fondazioni che la percepiscono, con i propri fondi, come la loro mission principale.

E, ancora, in alcuni territori, la diagnosi di tumore del cavo orale è molto più spesso posta dall’odontoiatria con expertise in oncologia orale, in altri dal chirurgo maxillo-facciale o dall’otorinolaringoiatra, che, secondo il più aggiornato e approvato PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico e Assistenziale) per i tumori testa e collo aggiornato nel 2023 dall’Associazione Italiana di Oncologia Cervico-Cefalica – AIOCC, confermando e integrando quanto già indicato nel 2021 dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica-AIOM) prevedono l’imaging testa-collo (RM con mdc) e a seguire la biopsia incisionale (o a mappatura), ma questa sequenza di attività purtroppo non è, a nostra prima impressione, la situazione standard in Italia.

Così come, in Italia, il concept di Multi-Disciplinary-Team (MDT) non è ancora la pratica omologata per tutte le strutture del SSN. E purtroppo, l’incidenza di questi tumori in Italia non diminuisce né la qualità di vita migliora; ecco, perché la costituzione di questo tavolo tecnico ha un ulteriore valore aggiunto, quello della volontà di cambiare strategia, di offrire un punto di vista nazionale, al di là delle eccellenze che ogni Regione di Italia possa vantare».

Come pensa di coinvolgere l’Unità Operativa di Medicina Orale del Policlinico “Giaccone” nelle attività del Tavolo tecnico, in particolare per quanto riguarda la diagnosi precoce e il trattamento dei pazienti fragili?

«L’Unità Operativa rappresenta da 25 anni un centro di riferimento, soprattutto per gli odontoiatri della Sicilia Occidentale, per la diagnosi delle lesioni orali potenzialmente maligne, oltre che per la gestione odontostomatologica dei pazienti oncologici e fragili. Siamo veramente lieti e orgogliosi di essere coinvolti e di fornire convintamente un servizio. Il nostro coinvolgimento sarà duplice: da un lato, come centro che fornirà i propri dati, oltre che il supporto scientifico e clinico per l’analisi di dati specifici su popolazioni ad alto rischio, anche in presenza di infezione da human papilloma virus; dall’altro, speriamo, come officina di buone pratiche, di presentare la nostra esperienza per l’implementazione di modelli organizzativi innovativi e sostenibili.

Al contempo, essendo all’interno di un Policlinico universitario, la nostra esperienza didattica potrà essere utile nella formazione dei professionisti della salute orale e nella definizione di percorsi condivisi tra specialisti ospedalieri e territoriali.

Infine, abbiamo di recente implementato, insieme ai colleghi del MDT (Gruppo Oncologico Testa-Collo) del Policlinico di Palermo, le attività di divulgazione e di formazione tra i colleghi odontoiatri, igienisti dentali e medici chirurghi delle provincie della Sicilia Occidentale. E questa expertise potrà essere utile nell’ottica di una nuova stagione nazionale di sensibilizzazione e formazione».

In che modo il Tavolo tecnico intende allinearsi alle linee guida e alle best practices europee in materia di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento delle patologie tumorali della regione testa-collo? Saranno previste collaborazioni con altri Paesi europei?

«Il Tavolo tecnico si è dotato di plurime expertise (basti pensare alle Dirigenze del ministero della Salute, agli Enti e alle Istituzioni coinvolte nel Tavolo), anche per poter utilizzare come benchmark le esperienze e le indicazioni dell’Unione Europea e del WHO. Come primi obiettivi realizzativi dovrà conoscere la realtà dei territori italiani, per tutte le sedi anatomiche dei tumori di interesse e nelle diverse principali azioni (prevenzione primaria verso la cittadinanza, diagnosi precoce, terapia chirurgica/radioterapia/terapia oncologica medica).

Solo dopo, e, su mandato del Ministero, potremo pensare alle collaborazioni con altri Paesi europei, soprattutto nell’ambito di progetti di ricerca e formazione, sempre per l’obiettivo generale di rafforzare l’approccio multidisciplinare e migliorare l’accesso equo, sul nostro territorio nazionale, a cure di qualità».

Considerando la sua esperienza nella Società Italiana di Patologia e Medicina Orale e il lavoro svolto nell’Unità Operativa di Medicina Orale del Policlinico Giaccone, quali sono, a suo parere, le principali aree in cui l’Italia potrebbe beneficiare di un maggiore scambio di conoscenze e di collaborazioni a livello europeo? E come il Tavolo tecnico potrebbe facilitare tali collaborazioni?

«L’Italia ha, e lo dico con orgoglio, una solida tradizione clinico-scientifica ma sconta ancora disomogeneità territoriali e una certa frammentazione nelle reti di cura, con centri isolati di incredibile e invidiabile eccellenza in quasi tutte le regioni italiane. Le tematiche che potrebbero beneficiare maggiormente di un confronto europeo, già iniziato in verità presso la UO che dirigo, riguardano la standardizzazione dei criteri diagnostici (non solo quelli clinici, ma anche ottici non invasivi e anatomo-patologici), l’uso dell’intelligenza artificiale per il riconoscimento automatico o semi-automatico delle lesioni orali. I centri clinici e chirurgici coinvolti nel Tavolo tecnico potranno fungere da catalizzatori per progetti congiunti e reti di ricerca, per proporre poi strategie atte a garantire ai nostri pazienti equo accesso alle migliori pratiche disponibili».

Keypoints

  • Il Tavolo tecnico del Ministero della Salute è stato creato per affrontare le criticità nella gestione dei tumori testa-collo in Italia
  • La diagnosi precoce è un aspetto cruciale su cui il Tavolo tecnico intende intervenire per migliorare la sopravvivenza dei pazienti
  • L’Unità Operativa di Medicina Orale del Policlinico Giaccone è un centro di riferimento per la diagnosi di lesioni orali e la gestione di pazienti fragili
  • Il Percorso Diagnostico Terapeutico e Assistenziale definisce le fasi per la diagnosi e il trattamento dei tumori testa-collo
  • L’approccio multidisciplinare è considerato fondamentale per la cura efficace di questi tumori
  • Nel 2022 sono stati diagnosticati 389.846 nuovi casi di cancro della sola cavità orale nel mondo, di cui 4.881 in Italia

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