“Prenderò le redini di un chapter in forte crescita, che ha superato i 400 soci”. Andrea Marcellusi, Presidente eletto di ISPOR Rome Chapter e Research Fellow EEHTA-CEIS Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, traccia in anteprima la rotta del suo mandato triennale, in occasione del tradizionale congresso capitolino dell’International Society for Pharmacoeconomics and Outcomes Research.
Marcellusi sottolinea con orgoglio la crescita della realtà nostrana, designata come miglior Large Chapter mondiale negli scorsi mesi. L’obiettivo è proseguire su questa strada, implementando iniziative formative su farmacoeconomia e Real World Data, con particolare attenzione agli under 35.
Marcellusi, che nelle vesti di Presidente Eletto ha coadiuvato il presidente uscente Pierluigi Canonico, promuove a pieni voti il lavoro svolto. Sulla riforma AIFA non si risparmia: “Il passaggio ad una commissione unica mi preoccupa. Sarebbe una forzatura, se non supportata da sottocommissioni”. Di tutto questo ne abbiamo parlato con lui in questa intervista che precede di pochi giorni il nono convegno ISPOR.
Professor Marcellusi, di cosa si parlerà nello specifico al prossimo congresso dell’ISPOR a Roma?
Come da tradizione negli ultimi 3 anni, struttureremo il congresso attorno ai progetti portati avanti dai gruppi di lavoro del nostro chapter romano. Tre delle quattro sessioni presenteranno i risultati di ricerche condotte dai nostri membri.
La prima sessione si concentrerà su un ambito tecnico delle analisi economiche in sanità, ovvero la definizione dei parametri di costing da utilizzare nelle valutazioni. In parole povere, quando viene presentato all’AIFA un dossier per la rimborsabilità di un farmaco, tipicamente include un modello di costo-efficacia. Il problema è scegliere quali voci di costo inserire. Presenteremo quindi alcune riflessioni e raccomandazioni su questo aspetto.
Un secondo progetto riguarda l’utilizzo dei Real World Data a livello amministrativo del sistema sanitario. Abbiamo condotto una review della letteratura per vedere quali database amministrativi vengono pubblicati dalle varie regioni italiane, quali condividono più informazioni. Non parliamo di dati clinici dei pazienti, ma di indicatori come dimissioni ospedaliere, DRG, eccetera. È emerso che alcune regioni, anche per via del GDPR, hanno bloccato completamente l’accesso a questi dati.
La terza sessione verterà sui Managed Entry Agreements (MEAs) per l’accesso ai farmaci, con interventi di esperti di AIFA che presenteranno analisi in merito. Si discuterà di come questi accordi possano facilitare un accesso più equo ed efficiente ai farmaci innovativi.
Nelle edizioni passate del congresso ISPOR avete affrontato il tema dell’utilizzo dei Real World Data ai fini regolatori, per l’approvazione dei farmaci. Può riassumermi la posizione emersa?
Sì, se ne è parlato in passato. Al momento questo tipo di evidenze non vengono ancora utilizzate nel nostro paese ai fini della valutazione di efficacia dei farmaci, o comunque molto marginalmente. L’AIFA ne tiene conto eventualmente per gli aspetti di sicurezza e per alcuni parametri delle analisi farmacoeconomiche, nell’ambito della negoziazione, ma non sono centrali nel processo autorizzativo. Non mi risultano nemmeno pubblicazioni italiane sull’argomento ad oggi.
Quali sono gli obiettivi che intende perseguire durante il suo mandato?
Il mio mandato avrà durata triennale. Prenderò le redini di un chapter in forte crescita, che ha superato i 400 soci. L’obiettivo è proseguire il grande lavoro dei miei predecessori e al contempo implementare nuove iniziative formative, rispondendo alle richieste che ci arrivano dagli associati. Ci concentreremo in particolare su corsi di budget impact, farmacoeconomia, e sull’utilizzo dei Real World Data. Saranno rivolti sia a professionisti del settore pubblico che privato. Per gli under 35 i corsi saranno gratuiti.
Secondo lei negli ultimi anni la cultura della valutazione economica e dell’HTA si è diffusa maggiormente nel nostro SSN?
Sicuramente l’attenzione è cresciuta, anche per via della nuova normativa europea. Esiste anche un bisogno formativo diffuso. Tuttavia, il problema è che spesso mancano risorse e linee guida chiare per implementare concretamente questo approccio a livello regionale. In un nostro studio abbiamo visto che solo 4 regioni su 21 avevano documenti per la programmazione basata sul budget impact. Questo crea un’eterogeneità assurda. Però tutti ne riconoscono l’importanza, come dimostra l’adesione trasversale al nostro corso di formazione.
Cosa pensa della riforma dell’AIFA in discussione?
Vedo positivamente il maggior coinvolgimento dei farmacisti ospedalieri e l’introduzione di economisti sanitari. Il passaggio ad una commissione unica mi preoccupa, sembra una forzatura. Ma dipenderà da come verrà articolata con sottocommissioni. Se fossimo già a regime con la valutazione centralizzata europea, avrebbe più senso. Vedremo come andrà una volta a regime.