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Marco Gay: Zest è un acceleratore dell’innovazione

Perché l’abbiamo scelto
Ecco il nostro incubatore del mese. Nato dalla fusione tra Digital Magics e LVenture, Zest è il nuovo player privato italiano che opera nel mondo del Venture Capital, delle startup innovative e dell’open innovation con l’obiettivo di scoprire i migliori talenti tech e trasformare le startup in imprese per guidare la trasformazione digitale e tecnologica.

Marco Gay: Zest è un acceleratore dell’innovazione
Marco Gay, Presidente esecutivo e socio, Zest

«L’innovazione e il digitale sono per chi non ha paura di cambiare le cose né di sbagliare, perché ha il sogno di realizzare progetti che a molti sembrano impossibili».

L’innovazione è il motore del cambiamento e Marco Gay crede nella capacità trasformativa dell’ecosistema italiano: «L’innovazione è fondamentale per la crescita economica e sociale e per garantire la competitività delle imprese italiane nel prossimo futuro».

Appena eletto presidente dell’Unione industriali di Torino, Gay è Presidente Esecutivo e socio di Zest, nuovo player privato italiano nato dalla fusione tra Digital Magics e LVenture. «Questa fusione ha dato origine al primo player italiano dalle dimensioni europee che opera nel mondo del Venture Capital, delle startup innovative e dell’open innovation».

Zest

Quotata sul mercato Euronext Milan, Zest ha sede a Milano, Torino e Roma ed è impegnata negli investimenti early-stage Venture Capital, nell’accelerazione di startup e nel corporate venturing, per spingere il Digital Made in Italy a livello internazionale.

La mission di Zest, che potremmo definire un «business booster», è scoprire i migliori talenti tech e trasformare le startup in imprese per guidare la trasformazione digitale e tecnologica, e innovare il mercato. 7 i programmi di accelerazione gestiti da Zest. Più di 250 le startup in portafoglio.

Zest è un acceleratore dell’innovazione: con quali obiettivi nasce?

«Zest è un posto dove si fa innovazione dal basso per portarla verso l’industria in vari settori in cui l’innovazione oggi più che mai è portatrice di valore aggiunto, oltre che di cambiamento e di opportunità. La fusione tra Digital Magics e LVenture ci porta ad avere più di 250 startup con un valore di portafoglio attorno ai 50 milioni e un fatturato che supererà i 10 milioni di euro. Abbiamo 7 programmi di accelerazione attivi, di cui 5 in gestione da CDP Venture Capital, 13 veicoli di investimento, 2 joint venture importanti: Apside con il Gruppo Intesa Sanpaolo con 15 milioni di euro di capitale per gli investimenti, e OpenT con Tinexta con 5 milioni di euro per gli investimenti. Inoltre, la nostra attività di consulenza conta oltre 100 clienti corporate, mentre il nostro data base oltre 20mila startup, molte delle quali abbiamo aiutato a crescere e competere sul mercato internazionale. Insomma, abbiamo i piedi ben piantati nel presente ma lo sguardo verso il futuro».

Quali le linee strategiche di Zest per guidare il cambiamento e accelerare la crescita di imprese innovative?

«Zest ha due sub holding operative: Zest Innovation, il cui CEO è Antonella Zullo, che si occupa di corporate venturing e open innovation, e Zest Investments, il cui CEO è Gabriele Ronchini, che si occupa dei programmi di accelerazione e investimenti. Noi partiamo dalla tecnologia, dai cosiddetti abilitatori di trasformazione digitale, quindi Intelligenza Artificiale, IoT, cloud computing, blockchain, e li dirigiamo verso settori ad alto potenziale trasformativo: fintech, cleantech, insurtech, traveltech, proptech, healthtech, foodtech…»

Perché partecipare a un programma di accelerazione?

«Le startup accelerate hanno una crescita del fatturato superiore rispetto alle startup non accelerate e riescono a raccogliere più soldi delle startup che non partecipano a un programma di accelerazione. Chi partecipa ai nostri programmi di accelerazione è accompagnato attraverso percorsi di formazione a trasformare un’idea o una piccola realtà in un’azienda capace di affrontare tutte le difficoltà che sono proprie del fare impresa. Inoltre, entra in connessione con i 37 partner industriali dei nostri acceleratori, confrontandosi con professionisti e le reali esigenze del mercato. Quindi trova competenze, accesso a un mondo di investitori importanti e consulenza per comprendere come far evolvere il proprio prodotto e farlo arrivare al mercato con successo: leve importanti per diventare aziende internazionali leader di mercato».

Come individuare le idee migliori che possano trasformarsi in imprese di successo?

«Noi seguiamo un processo molto rigoroso, industrializzato, che ci permette di selezionare al meglio le startup, consapevoli che sono aziende che afferiscono al mondo del capitale di rischio, ma riusciamo a fare selezioni virtuose che riducono il rischio dei fallimenti e aumentano le opportunità dei successi. La prima cosa che andiamo a cercare è il talento, la professionalità, la competenza dei founder e l’idea deve essere innovativa. Il nostro lavoro non è trovare le invenzioni ma le innovazioni: l’invenzione è per pochi, l’innovazione è per molti.
Siamo molto orgogliosi del fatto che il 40% delle candidature ai nostri programmi di accelerazione arrivi dall’estero: essere interessanti per aziende di altri paesi europei permette di far crescere anche il tessuto imprenditoriale italiano. Grazie alle joint venture di cui parlavo prima, al network con i nostri partner industriali e ai nostri soci storici, che vanno dalla Luiss a Tamburi Investment Partners, la nostra piramide del valore è tale da riuscire ad avere delle exit che si stanno intensificando nel tempo, anche come ritorno sull’investimento: abbiamo fatto exit 4, 7, 15 volte l’investito».

Tra i settori di vostro interesse c’è anche l’Healthech. E proprio per accelerare l’innovazione del settore Life Science & Healthcare, avete siglato un accordo con la società di innovazione della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli. Di cosa si tratta?

«Healthech vuol dire Digital Twin, medical device, Intelligenza Artificiale, diagnostica preventiva. È un accordo strategico che parte dalla competenza: il Gemelli Digital Medicine & Health mette l’esperienza e il network tecnico di professionisti nell’ambito della ricerca nelle scienze della vita e noi mettiamo il nostro know-how di corporate venturing, sviluppato attraverso i nostri 80 programmi di open innovation.
Abbiamo ritenuto importante e significativo siglare questo accordo perché mette insieme il sapere e il saper fare per realizzare un pezzo di quel cambiamento necessario per innovare con successo il settore Life Science. In altre parole, questa operazione mette a fattore comune i nostri due asset con lo scopo di accelerare l’innovazione in un settore strategico per il sistema paese».

Sono 80 appunto i programmi di open innovation di Zest: in particolare nel settore Life Science oggi l’innovazione è sempre più guidata dalle startup.

«Assolutamente sì, e noi mettiamo in connessione gli startupper, che affrontano problemi complessi in un’ottica nuova e creativa, e l’industria più tradizionale, che ha così accesso in modo veloce a soluzioni innovative da poter applicare nel proprio business.
Le startup giocano un ruolo cruciale nell’innovazione dei mercati perché accelerano l’adozione di nuove tecnologie avanzate in settori che ne hanno un grande bisogno: si pensi all’impatto dell’Intelligenza Artificiale.
Mettere insieme talento, energia e voglia di innovazione vuol dire creare un percorso virtuoso per poter innescare quel cambiamento necessario per mettere a terra l’innovazione che può cambiare la qualità della vita di tutti noi».

Marco Gay, quali sono le tendenze globali che guidano oggi l’innovazione?

«Il nuovo petrolio di questa rivoluzione industriale sono i dati, a cui si aggiunge la capacità tecnologica di calcolo, l’IA e l’uso di questi dati con la sensoristica, quindi l’IoT.
Due sono i fulcri su cui far leva: la creazione di servizi a valore aggiunto sui prodotti tradizionali, la cosiddetta “servificazione” dei prodotti, e la customer centricity, la capacità cioè degli utenti di guidare l’innovazione. Quindi dati al centro e tecnologie per rendere questi dati più utilizzabili, in una logica di affiancamento alla vera intelligenza che è quella umana. Questo traina oggi l’innovazione».

Keypoints

  • Marco Gay è Presidente Esecutivo e socio di Zest, nuovo player privato italiano nato dalla fusione tra Digital Magics e LVenture
  • La missione di Zest è scoprire i migliori talenti tech e trasformare le startup in imprese per guidare la trasformazione digitale e tecnologica, e innovare il mercato
  • 7 i programmi di accelerazione gestiti da Zest. Più di 250 le startup in portafoglio. 80 programmi di open innovation
  • 13 veicoli di investimento, 2 joint venture importanti: Apside con il Gruppo Intesa Sanpaolo e OpenT con Tinexta
  • Zest opera in settori ad alto potenziale trasformativo: fintech, cleantech, insurtech, traveltech, proptech, healthtech, foodtech
  • Zest ha siglato un accordo con la società di innovazione della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli: il Gemelli Digital Medicine & Health

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