Formare ricercatori-imprenditori: Genazzani racconta il nuovo master dell’Università di Torino

Picture of Laura Morelli

Laura Morelli

Perché ne stiamo parlando
Il Master in Innovation in Life and Health Sciences (Miles), che inizierà ad aprile e conterà circa 50 studenti, è coordinato dal professore Armando Genazzani. Lo abbiamo intervistato.

Fra i più eccellenti nella ricerca, ma non ancora formati per mettere sul mercato l’innovazione prodotta. Uno dei problemi del mondo life sciences italiano è proprio l’assenza dell’anello che congiunga la scienza con il business, il prodotto con la gestione aziendale. Colmare questo gap è l’obiettivo del master universitario annuale di II livello in lingua inglese in Innovation in Life and Health Sciences (Miles), avviato dall’Università di Torino e coordinato dal professore Armando Genazzani, del Dipartimento di Drug Science and Technology. Per iscriversi al master, che inizierà ad aprile e conterà di circa 50 studenti, c’è tempo fino al 10 marzo.

Professore, entriamo nel dettaglio: come è strutturato il master in Innovation in Life and Health Sciences e quali sono i suoi obiettivi?

«Il master è strutturato con due workshop in presenza, uno all’inizio e uno alla fine, mentre il resto delle attività si svolge interamente da remoto. Questo permette anche ai professionisti già attivi nel mondo del lavoro di partecipare. L’idea fondamentale è creare e supportare un ecosistema di persone che possano gestire l’innovazione in ambito scientifico. Se una scoperta nasce in un laboratorio universitario o di un ente di ricerca, ma non viene valorizzata da figure competenti in grado di gestire il framework regolatorio, la proprietà intellettuale e il fundraising, rischia di non arrivare mai sul mercato. Oggi servono professionisti che conoscano la scienza ma che siano anche in grado di gestire un progetto in tutti i suoi aspetti, non solo quelli legati alla ricerca. Attualmente manca una base solida di persone formate a questo scopo e si tende a delegare tutto ai ricercatori, che però non sono qualificati per farlo. Questo è uno dei punti deboli del sistema italiano: senza professionisti dell’innovazione, non si va da nessuna parte».

L’obiettivo è quindi creare un ponte tra la ricerca scientifica e l’innovazione, fino alla commercializzazione, il cosiddetto tech transfer.

«Esatto. La creazione di valore dietro un’idea, un prototipo o un’intuizione richiede professionisti con una formazione multidisciplinare».

Può farci qualche esempio di corso presente nel master?

«Tra i corsi più caratterizzanti ci sono quelli che trattano i framework regolatori nei diversi ambiti. Non si può pensare di sviluppare un prodotto senza sapere se rientrerà nella categoria degli integratori, dei cosmetici o dei farmaci, perché ognuno ha normative specifiche. Ad esempio, se si conduce un test su animali per un prodotto che si vuole trasformare in un cosmetico, non si rispettano i criteri normativi e quindi quel prodotto non potrà mai essere commercializzato come tale. Offriamo anche corsi di finanza e budget, essenziali per stimare i costi di valorizzazione di un’idea, e corsi di Intellectual Property Law, per la protezione della proprietà intellettuale. Inoltre, presenteremo numerosi case studies di aziende e startup che hanno avuto successo, ma anche di quelle che non ce l’hanno fatta, per eliminare lo stigma del fallimento. Enfatizzare solo le chiavi del successo rischia di demotivare chi non ha un approccio aggressivo. Invece, fallire può essere formativo».

Imparare dai fallimenti, dunque…

«Creare una startup, che sia di servizi o basata su un’idea innovativa, è di per sé un valore. Inserisce nuove competenze nell’ecosistema, supporta altre realtà e crea formazione per chi vi partecipa, che poi potrà applicare le competenze acquisite in altri contesti».

Cosa intendiamo esattamente quando parliamo di innovazione?

«Per noi, innovazione è qualsiasi idea, progetto, prototipo o molecola che possa trovare una sua collocazione nell’ambito della salute e avere successo sul mercato. Può trattarsi di una scoperta rivoluzionaria che cambia la vita dei pazienti, ma anche di un nuovo dispositivo medico, un alimento speciale per un bisogno insoddisfatto o un integratore in grado di competere nel proprio settore. L’innovazione non è solo la grande scoperta, ma anche il miglioramento di soluzioni già esistenti».

Keypoints

  • Innovation in Life and Health Sciences (Miles) è il master universitario di II livello dell’Università di Torino
  • Il master è coordinato dal professore Armando Genazzani
  • Obiettivo del master è colmare il divario tra ricerca scientifica e commercializzazione, formando professionisti con una conoscenza multidisciplinare
  • Tra i corsi principali, quelli che trattano i framework regolatori nei diversi ambiti

Altri articoli