Oncologia in Italia: per Perrone (AIOM) occorre un focus sui rischi dell’inquinamento e riformare AIFA in modo serio. Tra le altre cose.

Oncologia in Italia: per Perrone (AIOM) occorre un focus sui rischi dell’inquinamento e riformare AIFA in modo serio. Tra le altre cose.

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Michela Moretti

Perché ne stiamo parlando
Dal registro tumori all’importanza di avere dati corretti, dal valore della ricerca indipendente all’equilibrio tra salute e impatto economico, fino ad ASCO e le nuove tecnologie. È tempo di capire come sta andando l’oncologia in Italia. E lo abbiamo chiesto a Francesco Perrone, Presidente Eletto AIOM.

Le aspettative sul tema cruciale della raccolta dei dati sui tumori in Italia e sulla riforma di AIFA, accanto all’entusiasmo per i progressi nelle terapie e per i finanziamenti dati alla ricerca indipendente, e alla preoccupazione riguardo l’impatto dell’inquinamento sulla salute e della riduzione dei programmi di prevenzione dei tumori a causa della pandemia.

Sono “sentimenti” misti quelli che stanno vivendo i medici oncologi italiani, secondo la fotografia che arriva dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Il Presidente eletto Francesco Perrone, che è anche Direttore dell’Unità Sperimentazioni Cliniche dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli IRCCS Fondazione G. Pascale, ne spiega in dettaglio i motivi, richiamando l’attenzione su alcune questioni della politica sanitaria del nostro Paese. È tempo che alcuni temi vengano affrontati, dice il presidente AIOM, e che vengano prese decisioni non più rinviabili.

La raccolta dei dati e il registro nazionale tumori

Un primo punto su cui l’AIOM insiste sono i limiti e le prospettive nella raccolta dei dati sui tumori in Italia; la categoria sta attendendo il decreto per l’implementazione del Registro Nazionale Tumori che dovrebbe portare ad una riorganizzazione essenziale in quest’ambito. Tema che ha trovato spazio nel Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 e che è fonte di forti aspettative per chi si occupa di oncologia in Italia.

“L’oncologia medica in Italia è una sfida continua, soprattutto quando si parla della raccolta dei dati sui tumori. Purtroppo, ad oggi, osserviamo che la vita dei registri tumori non è stata facile, principalmente a causa di restrizioni legate a un’interpretazione stretta della legge sulla privacy. Tuttavia, abbiamo fiducia nella nuova legge nazionale e speriamo che possa risolvere queste problematiche“, dichiara Francesco Perrone,.

Il Dott. Perrone cita la rete AIRTUM, un pionieristico progetto di raccolta dei dati sui tumori in Italia che ha affrontato sfide importanti nel corso degli ultimi vent’anni. “La rete AIRTUM ha una solida struttura su tutto il territorio nazionale”, afferma il Dott. Perrone, “e se le verranno date le giuste condizioni operative, sarà in grado di lavorare senza intoppi e blocchi legati a interpretazioni discutibili della legge sulla privacy”.

“La nostra pubblicazione annuale, I numeri del cancro, ruota attorno ai Registri Tumori”, spiega il Dott. Perrone, “e nel prossimo rapporto 2023, che presenteremo a novembre, dovremmo avere dati aggiornati, con qualche discrepanza nelle datazione dei risultati tra territorio e territorio”.

Con la prospettiva del registro nazionale, sorge una nuova questione: trovare una sintonia tra il nuovo registro e quelli regionali già esistenti. “È importante non vanificare gli sforzi dei registri tumori regionali“, sottolinea il Dott. Perrone, “ma al contrario, speriamo che la nuova legge funga da sprone per informare, armonizzare la raccolta dei dati e coprire anche i territori non ancora monitorati”.

La raccolta dei dati sui tumori riveste un ruolo cruciale nella pianificazione e nell’organizzazione sanitaria. “Conoscere i numeri è fondamentale”, continua il Dott. Perrone, “sia per comprendere il fabbisogno di medici e strutture ospedaliere, sia per valutare la sostenibilità dei trattamenti in campo oncologico“.

Una corretta raccolta di dati diventa un punto di partenza essenziale per la medicina personalizzata, una tendenza sempre più marcata nella moderna oncologia. “Noi medici oncologi siamo convinti che avere i numeri corretti, averli aggiornati, tempestivamente e in forma dettagliata sia assolutamente necessario”.

All’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni di oggi, 26 luglio, c’è l’intesa sullo schema di decreto del Ministro della salute concernente la disciplina del Registro nazionale tumori.

Con la pandemia, diagnosi delle neoplasie ad uno stadio più avanzato

I dati dei registri tumori disponibili ancora non l’hanno portato alla luce, ma il sospetto dei medici oncologi che la pandemia abbia avuto un effetto negativo anche in termini di prevenzione e diagnosi del cancro è quasi certezza. “Il Covid-19 ha avuto un impatto significativo sulle diagnosi di neoplasia”, afferma il Dott. Perrone. “Durante la pandemia, molti screening sono stati ridotti o interrotti, e temiamo che questo possa portare ad un incremento dei casi di cancro rilevati in stadi più avanzati“.

L’interruzione degli screening ha avuto un impatto diretto sulle diagnosi tempestive e sulla possibilità di individuare il cancro in fasi precoci. “Questo potrebbe avere effetti anche sulla mortalità nel corso dei prossimi anni“.

“Paghiamo ancora le conseguenze della pandemia”, continua l’esperto, “e potremmo pagare ancora nel prossimo futuro”. “Ci aspettiamo che questa tendenza verrà riassorbita nel corso degli anni”, afferma Perrone.

L’attenzione alla salute e la sensibilizzazione sulla prevenzione sono pertanto fondamentali per invertire la tendenza.

Siamo ad un punto di non ritorno: proteggere la salute o promuovere la crescita economica

Tra alcol, fumo di sigaretta e abitudini alimentari sbagliate, il problema dell’inquinamento ambientale emerge come uno dei principali fattori di rischio del cancro.

Mentre gli stili di vita personali giocano un ruolo importante nella prevenzione, il problema ambientale coinvolge l’intera società. “Siamo arrivati a un punto critico in cui il contrasto tra la necessità di salvaguardare la salute e l’impatto economico delle misure per ridurre l’inquinamento diventa sempre più evidente”, avverte Perrone.

“Ci troviamo di fronte a una situazione di non ritorno: proteggere la salute potrebbe comportare un danno economico significativo”. D’altro canto, afferma il Presidente eletto di AIOM, una crisi economica che causa perdita di posti di lavoro, riduzione dei redditi e l’aumento dello stress aumenta il rischio di sviluppare malattie. Oltre al fatto che molte persone rinuncerebbero alle visite mediche di controllo o agli esami diagnostici. Tuttavia, “le prospettive dell’Unione Europea sono molto chiare e stringenti: è necessario che i provvedimenti privilegino la salute, promuovendo la diminuzione dei fattori di rischio.” L’Unione Europea ha approvato una serie di misure per ridurre l’impatto dell’inquinamento ambientale sulla salute. Queste misure includono, tra le altre disposizioni, la riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici, il miglioramento della qualità dell’acqua, la riduzione dell’uso di pesticidi. “È giunto il momento di sedersi tutti intorno a un tavolo e avviare un dialogo costruttivo per affrontare questa complessa sfida”, afferma Perrone di AIOM.

“La tutela dell’ambiente e della salute deve essere un obiettivo comune. Solo così possiamo sperare di ridurre i fattori di rischio per lo sviluppo del cancro”.

Ad ASCO 2023 nessuna rivoluzione, ma speranze per la cura dei gliomi di basso grado e del mesotelioma

Intanto prosegue la ricerca con sperimentazioni di farmaci innovativi (e costosi) in tutti i principali Paesi del mondo. Il congresso ASCO (American Society of Clinical Oncology) è un momento di richiamo per gli scienziati, ed è dedicato alla presentazione e alla discussione di nuovi risultati di ricerca, studi clinici, approcci terapeutici e importanti scoperte nell’ambito del trattamento e della cura dei tumori. Anche nell’edizione 2023 che si è tenuta a giugno è stata presentata una serie di risultati nel campo della ricerca oncologica. “Sebbene non abbia portato una rivoluzione nelle nostre conoscenze, alcune novità emergono come promettenti per il futuro della cura dei tumori”, spiega Perrone.

Uno dei risultati più significativi proviene dallo studio Indigo di fase III per i gliomi di basso grado. “Questa scoperta apre nuove prospettive nel trattamento di un tipo di tumore per il quale le opportunità terapeutiche erano limitate. Tuttavia”, ammette Perrone, “nonostante i progressi, ci sono ancora terapie insoddisfacenti per alcuni tumori, come nel caso del tumore del pancreas, il che sottolinea l’importanza di concentrarsi sulla ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni”.

Tra i  USA UN TERMINE Più SEMPLICE. degli ultimi anni, l’immunoterapia ha assunto un ruolo di rilievo nella lotta contro il cancro. Ad ASCO, sono stati presentati risultati promettenti riguardanti l’aggiunta dell’immunoterapia alla chemioterapia per il trattamento del mesotelioma pleurico, un tumore aggressivo che colpisce la membrana interna del polmone, ed è associato all’esposizione all’amianto. Questa neoplasia continua a crescere nonostante le misure legislative contro l’amianto, che è una delle cause principali di questo tipo di cancro. “Il periodo di latenza tra l’esposizione e la manifestazione della malattia spiega il continuo aumento di casi di mesotelioma”, afferma il Presidente di AIOM.

Il dottor Perrone, co-investigatore principale di questo studio di fase III, IND.227, ha sottolineato l’importanza di questa ricerca. “Più della metà dei pazienti coinvolti nello studio erano italiani, evidenziando il contributo del nostro paese alla ricerca oncologica internazionale”. L’uso combinato del farmaco immunoterapico pembrolizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato, e della chemioterapia ha portato a un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza globale dei pazienti con mesotelioma pleurico avanzato o metastatico non operabile, riducendo il rischio di morte del 21%.

Le tecnologie promettenti secondo il presidente di AIOM

Tra le tecnologie emergenti, Perrone cita la tecnologia di coniugazione farmaco-anticorpo (ADC) che utilizza gli anticorpi monoclonali per trasportare principi attivi farmaceutici ad elevata attività e potenza nelle cellule bersaglio. La citotossicità (il danneggiamento e la distruzione di cellule) è selettiva e ciò permette di ridurre gli effetti tossici sulle cellule che non costituiscono un bersaglio. “Si stanno registrando risultati positivi su molti tumori, e credo che nei prossimi dieci anni questi saranno tra i nuovi farmaci da cui potremmo avere grande beneficio”.

Un altro fenomeno interessante, spiega Perrone, riguarda i farmaci che sfruttano i radioligandi, cioè sostanze radioattive veicolate in modo mirato verso il bersaglio tumorale. “Questo approccio terapeutico richiederà però un’attenta riorganizzazione del sistema sanitario, considerando la necessità di strutture in grado di somministrare queste sostanze radioattive”. Perrone sottolinea inoltre che presentare risultati promettenti di fase III non significa avere il farmaco a disposizione il giorno dopo, ma implica tempi di attesa molto lunghi.

AIFA: risolvere il problema di organizzazione per garantire l’accesso ai farmaci più velocemente

I tempi di approvazione dei farmaci possono variare a seconda del sistema sanitario, ma in alcuni paesi sembra che i farmaci siano resi disponibili più rapidamente. “Se guardiamo agli Stati Uniti, in realtà ciò avviene solo per chi ha le possibilità economiche per permetterseli, mentre una parte della popolazione viene tagliata fuori e non avrà mai accesso a quei farmaci. Nel nostro paese il Sistema Sanitario paga per tutti, ed è giusto che ci siano tempi adeguati di valutazione per garantire un’approvazione sicura ed efficace dei farmaci. Tuttavia, riteniamo che ci sia modo di ridurre i tempi di approvazione ed avere un’AIFA più efficace”.

La classe medica, afferma Perrone, è preoccupata perché la promessa riorganizzazione di AIFA è ancora in sospeso da quasi un anno. Anche se gli esperti che lavorano in AIFA sono molto competenti, è essenziale avviare la nuova macchina organizzativa. “La riforma è necessaria per migliorare il funzionamento dell’agenzia. Abbiamo bisogno di commissioni più snelle e agili, e ci aspettiamo che la riforma venga completata al più presto possibile”.

Perrone avanza la proposta di contribuire attivamente, se ritenuto necessario. “Offriamo il nostro supporto per discutere di modelli e temi”, nel rispetto del ruolo dell’Agenzia nell’essere indipendente rispetto ai centri di ricerca e alle aziende farmaceutiche. “Il nostro obiettivo è contribuire a un’AIFA più efficace e al servizio di tutti i cittadini, garantendo un’approvazione tempestiva e accurata dei farmaci per migliorare le cure oncologiche nel nostro paese”.

Buone notizie per la ricerca indipendente

Perrone vede come un “segnale incoraggiante” il fatto che AIFA abbia emesso nei mesi scorsi due Bandi a sostegno dell’oncologia e della prevenzione secondaria nelle malattie cardio-cerebrovascolari. “L’oncologia è un campo che si basa sulla ricerca e la pratica clinica è costantemente permeata dalla continua scoperta di nuovi risultati scientifici. L’Italia gode di una reputazione elevata nel campo dell’oncologia, con un curriculum eccellente nella produzione di successi scientifici e risultati di alto livello. Le sperimentazioni indipendenti sono fondamentali per il nostro sistema e svolgono un ruolo complementare rispetto alla ricerca condotta dalle aziende farmaceutiche.

È importante riconoscere che dietro ogni farmaco sviluppato ci sono investimenti invisibili da parte del pubblico, poiché gran parte della ricerca preclinica che porta agli studi clinici avviene nei laboratori e nei centri di ricerca pubblici. Le aziende farmaceutiche portano il farmaco fino alla disponibilità sul mercato, ma spesso non esplorano tutte le possibilità legate a quel farmaco. La ricerca indipendente ha il compito di esplorare le diverse possibilità di integrare i trattamenti, sia in combinazione sia in sequenza, per migliorare la qualità della vita del paziente.”

I Bandi AIFA, spiega Perrone, hanno chiesto esplicitamente ai ricercatori di approfondire le sequenze di trattamenti, poiché nella maggior parte dei tumori esistono diverse opzioni terapeutiche, ma mancano dati che indichino quale farmaco utilizzare prima o dopo.

Il Presidente di AIOM è convinto che la ricerca accademica italiana possa affrontare questa sfida impegnativa, programmando studi di alta qualità che portino a una migliore comprensione dei trattamenti e a progressi nella lotta contro il cancro.

Keypoints

  • All’ordine del giorno della Conferenza Stato-regioni del 26 luglio c’è l’intesa sullo schema di decreto del Ministro della salute concernente la disciplina del Registro nazionale tumori.
  • Secondo Francesco Perrone, Presidente Eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, non bisogna vanificare gli sforzi dei registri tumori regionali, ma armonizzare la raccolta dei dati e coprire anche i territori non ancora monitorati
  • I medici oncologi temono che la pandemia abbia portato ad un incremento dei casi di cancro rilevati in stadi più avanzati, e che gli effetti si vedranno in una maggiore mortalità
  • Perrone afferma che oggi proteggere la salute comporta decisioni che impattano sulla crescita economica. E’ quindi urgente sedersi attorno ad un tavolo.
  • La riorganizzazione di AIFA, dice Perrone, è una questione prioritaria. Bisogna garantire un’Agenzia più snella ed efficiente
  • I Bandi per la ricerca indipendente sono un ottimo segnale: la ricerca può aiutare a comprendere meglio come utilizzare le opzioni terapeutiche che l’industria farmaceutica ha reso disponibili

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