Rafforzare l’ecosistema italiano della salute digitale, e promuoverlo a livello internazionale. Questo l’obiettivo di VITA, programma di accelerazione lanciato da CDP Venture Capital Sgr, insieme a EVERSANA e Accelerace, per supportare le startup operative nell’ambito Digital Health a fare business in Italia, in collaborazione con i principali player italiani e internazionali di settore.
«Abbiamo un portafoglio di 6 milioni di capitali da investire in startup, a cui proponiamo un programma di accelerazione che offre loro opportunità di crescita e di accesso all’ecosistema globale: un forte network di partner e investitori con cui collaborare». In altre parole, VITA offre l’opportunità di entrare «nella digital health community» spiega Paolo Borella. Laurea in Management and Production Engineering al Politecnico di Milano, con oltre 15 anni di esperienza imprenditoriale, nel mentoring e nell’accelerazione di startup, Borella è Vice President, Health Innovation di EVERSANA e Managing Partner e Program Head di VITA Accelerator.
«Oltre al primo investimento VITA e i suoi partners investono in follow-on fino a 2 milioni di euro in ciascuna startup». Il primo ticket di equity investment pre-seed – spiega Borella – è un convertibile di 90 mila euro in contanti offerti a tutte le start up che partecipano al programma di accelerazione, e poi, «con un ulteriore investimento di follow on, fino a 400 mila euro, sosteniamo la crescita e lo sviluppo delle startup selezionate piu performanti. Per arrivare fino a 2 milioni di euro complessivi da destinare alle più promettenti con il Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital».
Quali sono i parametri che vi portano a selezionare le startup da accelerare, in un settore, quello della Digital Health, particolarmente fertile?
«Abbiamo la mente aperta e invitiamo qualsiasi tipo di startup che lavora nel campo della salute digitale a partecipare al nostro programma. Per la selezione, guardiamo innanzitutto alla struttura del team, al modo di lavorare e alla devozione per la soluzione che stanno sviluppando. Guardiamo anche al prodotto, al potenziale di crescita sul mercato, e alle opportunità di business con i nostri Corporate Partner e i player del nostro network, per contribuire fattivamente all’innovazione del settore».
Oggi l’open innovation è il volano dell’innovazione e del trasferimento tecnologico: qual è la forza del network di VITA?
«La forza del network di VITA si fonda innanzitutto sulla collaborazione tra gli organizzatori del programma. EVERSANA lavora per più di 670 società, tra cui startup innovative e importanti aziende farmaceutiche, per promuovere soluzioni Life Sciences per un mondo in salute e da ottobre 2023 è presente in Italia tramite l’acquisizione di Healthware Group. Accelerace è il principale acceleratore preseed e seed della Danimarca, con 4 fondi e più di 600 investimenti in startup. E il Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital, con più di 220 milioni in dotazione, ha lanciato 19 programmi nelle varie verticali, tra cui il settore della salute digitale.
Partiamo dunque da questa ricchissima dotazione, che ci consente di contribuire a generare valore e accelerare l’innovazione dell’ecosistema.
Inoltre, VITA offre alle startup l’opportunità di collaborare con i Corporate Partner, tra cui Petrone Group e SIFI. Le startup possono fornire soluzioni alle loro Innovation Challenge in un’ottica di Open Innovation. Petrone è un player importante nella distribuzione di farmaci, in Italia e in vari mercati europei, e investe in innovazione della salute, incluso il campo delle malattie rare.
SIFI è leader nel settore dell’oftalmologia e promuove l’innovazione per migliorare la vista delle persone. Con loro collaboriamo al fine di individuare startup e spinoff promettenti con cui sviluppare progetti pilota.
Inoltre, abbiamo Technical partner come Orrick, che arricchiscono il nostro portafoglio di competenze, e collaboriamo con diversi investitori (tra cui Italian Tech Alliance e Panakès Partners), ospedali, istituti di ricerche, università (tra cui Irccs Neuromed, l’Ospedale Bambino Gesù, l’Ospedale Santagostino e HUMANITAS) e associazioni di categoria (come Farmindustria) per alimentare lo sviluppo del settore e la competitività dell’ecosistema italiano».
In particolare, come supportate le startup e favorite la scalabilità del loro business?
«Partiamo dal definire insieme ai team i goal da raggiungere e in base a questo customizziamo il programma. Nel corso dei workshop, i team hanno modo di lavorare mano nella mano con il nostro pool di esperti, italiani e internazionali, per definire come affrontare i problemi e le linee di sviluppo identificate. E una serie di eventi consentono loro di creare connessioni e dare visibilità al loro progetto. Per esempio, quest’anno parteciperanno a Frontiers Health 2024, la conferenza globale per l’innovazione della salute che si svolgerà il 17 e il 18 ottobre a Berlino: uno dei principali eventi globali di digital health in Europa. In questo modo le startup avranno un’importante occasione di entrare in contatto con i maggiori innovatori e investitori globali del settore.
Inoltre, come dicevo, durante il programma di accelerazione, investiamo risorse per validare la corrispondenza tra le esigenze dei nostri partner e l’offerta delle startup, al fine di avviare progetti pilota e supportarne l’esecuzione, aiutando così sia i nostri partner sia le imprese innovative a perseguire e vincere le sfide di innovazione».
Di fatto, come è articolato il programma di accelerazione di VITA?
«Il mese scorso abbiamo chiuso la call: abbiamo ricevuto quasi 250 registrazioni. Ora stiamo valutando le startup e contiamo di selezionare fino a 10 startup entro luglio, per poi partire agli inizi di settembre.
Il programma dura 4 mesi, si svolge in un formato ibrido, combinando attività in presenza con sessioni online, ed è personalizzato in base alle esigenze di ogni team. Il percorso si articola in lezioni, workshop, sessioni one-to-one con esperti, working project con i partner per la realizzazione di Proof Of Concepts (POCs). A ogni startup viene assegnato un pool di mentors con l’obiettivo di ottimizzare l’esperienza d’accelerazione, fissare gli obiettivi di crescita e monitorare i progressi.
Inoltre, VITA offre supporto nell’identificazione di potenziali investitori con cui facilita incontri 1:1. E durante il programma vengono organizzati momenti di networking con i principali player dell’ecosistema.
Tutto il programma è in inglese per preparare le startup all’internazionalizzazione: valorizzare l’ecosistema italiano nel mondo è la nostra mission».
Su quali aree si focalizza in particolare l’acceleratore VITA?
«Lavoriamo sulla salute digitale a tutto campo, focalizzando particolare attenzione agli ambiti che costituiscono le innovation challenge dei nostri partner: dalla diagnostica alla telemedicina, dall’attività predittiva alle terapie digitali, alle piattaforme per il telemonitoraggio. Il range delle soluzioni che supportiamo è davvero molto ampio. Ovviamente l’applicazione dell’intelligenza artificiale è un elemento trasversale».
Il prossimo programma di accelerazione inizierà in settembre. Il quartier generale di VITA è Palazzo Innovazione, a Salerno?
«Sì, a Salerno c’è la nostra casa madre e anche gli uffici di EVERSANA in Italia. Le startup potranno risiedere a Palazzo Innovazione: uno spazio di coworking, dinamico e stimolante, che favorisce il networking e la nascita di opportunità di business. Ma come l’anno scorso, anche quest’anno alterneremo sessioni online e in presenza, nelle diverse sedi dei nostri Corporate partner, come per esempio la sede a Catania di SIFI».