«Mi piacerebbe vedere a terra la sanità digitale, un grande piano per la prevenzione e monitorare in tempo reale le liste di attesa». Lo ha detto il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenuto al Festival dell’Economia a Trento. Questi i punti salienti e traccia un bilancio del suo operato. «Si dice che il Governo abbia tagliato i fondi alla sanità. Non è vero. Ho partecipato a due manovre: la prima era appena arrivata, la seconda ha portato finanziamenti del FSN (Fondo Sanitario Nazionale) alla quota record di oltre 134 miliardi di euro, mai raggiunta. Fino al 2019 – aggiunge – veniva stanziato un miliardo di euro per la sanità pubblica. Lo scorso anno ne abbiamo stanziati più di tre miliardi, nel 2024 lo stesso e c’è un previsionale di quattro miliardi».
Schillaci: «Francia e Germania spendono di più ma non hanno una sanità migliore della nostra»
Nelle scorse settimane la Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha presentato una proposta di legge con l’obiettivo di incrementare il livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, avvicinandolo alla media degli altri paesi europei e portandolo in linea con le raccomandazioni OCSE. Prevedendo che da quest’anno il finanziamento si attesti in misura progressiva al 7,5% del PIL nominale tendenziale. «Se guardiamo quanto spendono altri Stati rispetto a noi per la sanità in PIL, spendono di più da molti anni», sottolinea Schillaci e, citando Francia e Germania, aggiunge: «Vi assicuro che oggi non hanno una sanità migliore della nostra. Noi, destinando una quota inferiore, abbiamo avuto una sanità migliore sotto certi punti di vista e la continuiamo ad avere. Se guardiamo i dati OCSE, ci si rende conto come l’Italia, su alcune prestazioni ortopediche, è prima per liste d’attesa e qualità degli esiti».
Una piattaforma in ogni regione per monitorare le liste di attesa
L’anno scorso 4,5 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici, liste di attesa o difficoltà di accesso alle cure. Si tratta del 7,6% della popolazione. Il dato è in aumento rispetto al 2022 (7%) e al 2019 (6,3%). La causa principale è da ricercare probabilmente nel recupero delle prestazioni sanitaria differite per il Covid-19 e la difficoltà a riorganizzare efficacemente l’assistenza sanitaria. «Le liste di attesa rappresentano per cittadini e cittadine il problema più difficile da affrontare», commenta il Ministro che lancia una proposta: «La prima operazione importante da fare è avere un reale monitoraggio e una reale situazione di quelle che sono le prestazioni con le relative liste di attesa regione per regione». L’obiettivo è creare una piattaforma, organizzata insieme alle regioni che possa fotografare in tempo reale la situazione liste di attesa. «In questo modo, se si dovessero prendere provvedimenti, si saprebbero quali prestazioni mancano e in quale regione».
Inserire prestazioni pubbliche e del privato accreditato nei CUP
Schillaci, nel suo intervento ha sottolineato altre due azioni da introdurre. La prima è mettere nei CUP (Centro Unico di Prenotazione) regionali sia le prestazioni pubbliche sia quelle del privato accreditato. «Sono convinto che razionalizzando e mettendo bene insieme le agende, i tempi caleranno sensibilmente», dice il titolare del dicastero della Salute, secondo il quale le agende delle prenotazioni non vanno chiuse. «L’altro fenomeno, del quale vengo a conoscenza, è il fatto che alcune persone vengono messe in una cosiddetta lista di galleggiamento, vengono prese in carico ma non si sa quando si può effettuare la visita». Nel corso dell’intervento, spazio anche al tetto di spesa sulle assunzioni del personale: «Stiamo lavorando dal primo giorno in cui sono arrivato al Ministero per abolirlo».
Schillaci sulle Case di Comunità: «Metteremo su delle squadre multidisciplinari»
Un altro argomento affrontato nel dibattito è quello legato al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Prossimità, innovazione e uguaglianza sono le parole chiave della Missione Salute, sesta area di intervento prevista nel PNRR. Grazie al piano, sono stati destinati 15,63 miliardi di euro alla salute (l’8,16% dell’importo totale), per sostenere importanti riforme e investimenti a beneficio del SSN, da realizzare entro il 2026. La domanda che ci si pone è se ci saranno entro il 2026 abbastanza medici, infermieri e personale: «Abbiamo parlato con i medici di Medicina Generale. Staranno loro nelle case di comunità – dice il Ministro –. Il loro ruolo e la loro professione sono cambiati nel tempo. Non vogliamo più che siano dei burocrati. Rappresentano il primo presidio al quale si rivolgono cittadini e cittadine. Abbiamo intenzione – conclude – di mettere su delle squadre multidisciplinari dove ci sono i medici di Medicina Generale, infermieri e medici specialisti”.
«Sfruttare i fondi per la prevenzione»
Prima di chiudere l’intervento, Schillaci ha sottolineato che in Italia si vive di più, ma serve che le persone vivano anche meglio: «Nel nostro Paese abbiamo recuperato, le prospettive di vita sono ritornate a quelle pre covid. Ma noi – aggiunge – dobbiamo far sì che cittadini e cittadine, oltre a vivere di più, abbiano meno malattie croniche o meno tumori, per questo dobbiamo investire in prevenzione». Oggi il Fondo Sanitario Nazionale destina solo il 5% alla prevenzione. «Questo 5% alcune regioni nemmeno lo usano».
Il decreto sulle liste di attesa approderà in Consiglio dei Ministri il 3 giugno. L’obiettivo non è quello di smantellare la sanità, ma la strada è ancora in salita. Il 2026 rappresenterà un anno cruciale per la sanità. Bisognerà raggiungere due importanti obiettivi del PNRR: il potenziamento del Fascicolo Sanitario Elettronico e promuovere e finanziare lo sviluppo di nuovi progetti di telemedicina per l’assistenza a distanza da parte dei sistemi sanitari regionali.