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Maccagno (Malvestio): «Inutili i dati raccolti negli ospedali se non compresi dai pazienti»

Perché ne stiamo parlando
Con lo Smart hospital si può ottenere una migliore gestione delle piattaforme produttive e cure più efficaci. Ma serve dare valore ai dati per creare persorsi assistenziali ottimali e giustificare gli investimenti economici.

Maccagno (Malvestio): «Inutili i dati raccolti negli ospedali se non compresi dai pazienti»

«La grande quantità di dati raccolti negli ospedali è inutile se non viene compresa e interpretata da chi ne ha bisogno». Omar Maccagno, Global Sales & Marketing Director di Malvestio, apre con queste parole il suo intervento al convegno “Smart hospital” svolto nell’ambito del Forum Sistema Salute a Firenze. Fa un parallelismo tra l’evoluzione dai dati cellulari agli smartphone e la necessità di rendere i dati sanitari fruibili. Invita a una maggiore collaborazione tra istituzioni e partner tecnologici per creare un ecosistema interoperabile.

«È importante partire dai processi e dai bisogni della sanità futura, mettendo il paziente al centro», aggiunge. Ed evidenzia la necessità di dare valore ai dati per creare percorsi assistenziali ottimali e giustificare gli investimenti economici.

Smart Hospital: sostenibile, salubre e sicuro

Vito Augusto Allegretti, membro del Comitato Guida Joint Research Partnership Healthcare Infrastructure, tra i relatori della tavola rotonda, propone una sua definizione standard di Smart hospital: «Un’organizzazione in cui i dati raccolti e analizzati generano benefici operativi e clinici». Sottolinea la necessità di integrare i dati provenienti da diversi sistemi e garantire la loro sicurezza e invita a pensare al costo della trasformazione digitale come a un investimento che genera un ritorno.

Tre sono gli acronimi, per Allegretti, per definire lo Smart Hospital: Sostenibile, Salubre e Sicuro. Un ospedale ad alta specializzazione e innovazione tecnologica che sta affrontando in questi anni importanti sfide è il “Santa Chiara” a Cisanello. «Questo è un esempio positivo di innovazione e umanizzazione grazie al lavoro di persone che comprendono il valore dell’integrazione tecnologica», commenta Alessandro Bizzoni, Direttore Commerciale di Viviam Med.

L’esperienza dell’Azienda Ospedaliera Pisana

Sara Giuntini, Responsabile transizione digitale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, apre il suo intervento partendo dalle parole “trasformazione” e “concretezza” ed evidenzia l’importanza della qualità e dell’aggiornamento dei dati e della loro esposizione in dataset gratuiti e accessibili a tutti.

«È necessario costruire un gruppo di lavoro interno per la creazione di dataset da esporre sulla piattaforma nazionale dati.gov.it.», spiega Giuntini e sottolinea un elemento fondamentale: la sicurezza dei dati, soprattutto per creare fiducia negli operatori che, a volte, percepiscono il digitale come fonte di smarrimento.

La filosofia del progetto di trasformazione digitale dell’AOU Pisana è stata descritta da Stefano Michelini, EY Advisory. Creazione di una steering community, assessment della maturità digitale e analisi dei processi ospedalieri gli step principali. Sono stati mappati in totale 165 processi. L’esperienza dell’AOU Pisana da vent’anni si basa sulla cartella clinica elettronica come strumento centrale per la gestione dei dati clinici e amministrativi.

Maria Rita Romeo, referente gestione operativa e HTA Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, sottolinea l’importanza dell’interoperabilità con le apparecchiature biomediche e descrive l’utilizzo di app per la gestione degli allarmi e la visualizzazione dei dati dei pazienti su dispositivi mobili. «Un esempio è la sala ibrida, dove la fusione di immagini ecografiche e angiografiche permette una maggiore precisione e una minore invasività negli interventi cardiochirurgici».

Col digitale recuperate più di 6mila ore lavorative l’anno

Tra le multinazionali specializzate in soluzioni digitali per la sanità c’è la svedese Getinge. «Nei mercati europei la digitalizzazione è più avanzata», dice Andrea Migliorini, Business development manager della società. E cita un caso studio danese in cui l’implementazione di soluzioni digitali ha portato al recupero di 6.400 ore lavorative all’anno, una riduzione del 50% del tempo dedicato ai passaggi di consegna, l’aumento del 15% del tasso di utilizzo delle sale operatorie, l’aumento del 19% dell’efficienza operativa, la riduzione della durata media di degenza e del 40% delle telefonate.

Con lo Smart hospital si ottiene una migliore gestione delle piattaforme produttive, rendono le cure più efficaci e migliorano il lavoro di medici e infermieri. Aumentano il “Value” della Sanità rendendola più sostenibile tramite l’adozione di tecnologia che mette l’uomo al centro.

Keypoints

  • Svolto il convegno “Smart hospital” nell’ambito del Forum Sistema Salute a Firenze
  • Uno dei temi principali, l’esperienza dell’ospedale “Santa Chiara” di Cisanello
  • Sottolineata anche la filosofia del progetto di trasformazione digitale dell’AOU Pisana
  • Sono stati mappati in totale 165 processi
  • Secondo un caso studio danese, grazie al digitale sono state recuperate 6400 ore lavorative l’anno
  • Aumentato del 15% il tasso di utilizzo delle sale operatorie

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