Superare i limiti geografici e infrastrutturali della sanità tradizionale: questo è il messaggio emerso dai relatori presenti alla presentazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, già online e consultabile, tenutasi oggi a Roma nella sede di AGENAS. Se l’obiettivo generale è chiaro, «ossia rafforzare il legame tra ospedale e territorio», come ha ricordato il Direttore generale Giulio Siccardi, «consentendo ai pazienti di ricevere assistenza specialistica direttamente a domicilio, anche da centri medici distanti», l’iniziativa segna in realtà un passo decisivo verso l’integrazione dell’Italia in un ecosistema sanitario europeo digitale, che permetterà lo scambio di dati in tempo “reale”.
Obiettivo: 300mila assistiti collegati alla telemedicina entro dicembre
«Entro la fine del 2025 prevediamo che 300mila cittadini saranno collegati ai servizi di telemedicina», ha detto Marco Mattei, Capo di gabinetto del ministero della Salute. «I dati saranno utilizzati da 42mila medici, 20mila specialisti e pediatri e quasi 100mila infermieri, un significativo avanzamento per il Sistema Sanitario Nazionale».
Il target europeo di 300mila assistiti è necessario per ottenere il rilascio della rata PNNR da 1,5 miliardi di euro destinata alla telemedicina, ha spiegato Alessio Nardini, Direttore generale Unità missione PNRR del ministero della Salute. «Il Paese punta a raggiungere quasi 800mila assistiti, con traguardi intermedi».
Il ruolo centro di telemedicina, fascicolo sanitario e intelligenza artificiale
La piattaforma è stata strutturata nell’ottica dell’ecosistema sanitario europeo digitale in cui tre elementi saranno centrali: telemedicina, per garantire continuità assistenziale a distanza, fascicolo sanitario elettronico, per assicurare l’interoperabilità e l’accesso ai dati sanitari in tutta l’Ue, intelligenza artificiale, per ottimizzare diagnosi, trattamenti e gestione dei dati sanitari. Perché, oltre a migliorare l’assistenza sanitaria, la piattaforma consentirà l’utilizzo dei dati– opportunamente protetti secondo il Regolamento Europeo sulla Privacy – per la ricerca, contribuendo allo sviluppo di soluzioni innovative per il futuro della sanità. E ovviamente per aiutare i servizi sanitari a superare le gravi difficoltà che stanno attraversando. Secondo il rapporto Health at a Glance: Europe 2024, mancano 1,2 milioni tra medici, infermieri e ostetriche nel sistema sanitario europeo; «per colmare questa lacuna, vedremo che molte innovazioni future saranno guidate dal digitale», ha ricordato Marco Marsella, Direttore Digital, EU4Health and Health Systems Modernisation della Commissione Europea.
E molti saranno i cambiamenti previsti, a partire dai Paesi, e in Italia, le Regioni, le strutture del sistema sanitario, e i pazienti.
Che cosa cambierà in termini di servizi
Mattei ha sottolineato la possibilità, tramite la telemedicina, di sviluppare un ecosistema digitale che garantisca equità di accesso alle cure per tutti i cittadini, compresa quella di collegare farmacie in zone remote e studi medici. La trasformazione con la telemedicina porterà ad esempio alla creazione di un sistema di alert che sarà in grado di analizzare i dati in tempo reale dei pazienti e connettersi direttamente con i medici di medicina generale o specialisti. «Passiamo da una sanità tradizionale dove le distanze erano un limite per l’assistenza, a una basata sugli ospedali digitalizzati, a un modello di digital twin del cittadino, con la nascita di comunità sanitarie digitali interconnesse», ha detto Mauro Moruzzi del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio.
Un tassello importante è il Decreto Anziani, ha ricordato Nardini, «che prevede un’integrazione tra telemedicina e assistenza domiciliare per la cura di patologie croniche in anziani e grandi anziani oltre i 80 anni, garantendo un supporto costante attraverso strumenti digitali e servizi sanitari a distanza. Il piano sperimentale, finanziato con 150 milioni di euro, coinvolgerà tre grandi aree geografiche e coprirà 60mila pazienti per un periodo di 18 mesi (da giugno 2025 a dicembre 2026)».
I passaggi per l’integrazione delle 21 infrastrutture regionali con la piattaforma nazionale di telemedicina
Il modello della telemedicina sarà federato, non centralizzato, ma comunque nazionale, garantendo un equilibrio tra autonomia regionale e coordinamento a livello statale per la costruzione di una sanità digitale equa ed efficiente, ha ricordato Nardini.
Una prima tranche di finanziamenti, pari a 172 milioni di euro, è volta all’integrazione dei sistemi gestionali regionali nella piattaforma nazionale con evoluzione di software (risorse per l’acquisto di dispositivi medici per il telemonitoraggio, con l’obiettivo di permettere ai pazienti di ricevere assistenza senza doversi recare fisicamente nei presidi sanitari). Francesco Gabbrielli, Responsabile R&D per l’attività clinica in Telemedicina di AGENAS, ha evidenziato il lavoro svolto per sviluppare un sistema condiviso, in grado di integrare la piattaforma di telemedicina con i diversi sistemi regionali e aziendali. «Abbiamo lavorato per creare un sistema che permetta di sfruttare la telemedicina attraverso modelli di lavoro condivisibili tra regioni, strutture sanitarie e applicativi, ossia gli strumenti necessari per l’erogazione delle prestazioni», ha spiegato. «L’obiettivo è poter condividere le soluzioni sviluppate in un territorio e applicarle altrove, favorendo una maggiore uniformità e accessibilità dei servizi».
Per garantire un’efficace integrazione dei sistemi, è fondamentale armonizzare i dati e creare un linguaggio comune, ha sottolineato Debora Angeletti, Dirigente Ingegnere Informatico presso l’Unità di Progetto di Telemedicina AGENAS. «L’interoperabilità tecnologica è essenziale per la circolazione sicura ed efficace dei dati sanitari, la diffusione delle migliori pratiche e la creazione di un’infrastruttura solida», ha dichiarato Angeletti. La piattaforma nazionale, già attiva, si articola in quattro macro-aree, tra cui una dedicata ai professionisti sanitari, che potranno pubblicare, condividere e diffondere percorsi diagnostico-terapeutici (PDTA) e protocolli clinici, contribuendo così all’uniformazione delle pratiche su scala nazionale.
I passaggi per il 2025
Le principali sfide per il 2025 riguardano l’attivazione, entro giugno, delle infrastrutture regionali di telemedicina per le regioni che hanno partecipato alla gara gestita dalla Regione Lombardia. Successivamente, verranno ripartiti i 172 milioni di euro destinati allo sviluppo dell’infrastruttura informatica e all’acquisto di dispositivi medici per la telemedicina. «Inoltre, saranno emanati decreti ministeriali per attivare le funzionalità di monitoraggio e reportistica, utilizzando dati pseudonimizzati per garantire la sicurezza e la riservatezza delle informazioni sanitarie», ha dichiarato Alice Borghini, Dirigente UOSD Sanità Digitale e Telemedicina di AGENAS.
Approvato il Decreto sull’Ecosistema dei Dati Sanitari
«Telemedicina e il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) sono fratelli gemelli per la costruzione di un ecosistema dei dati sanitari efficiente», ha affermato Mauro Moruzzi, del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio, che ha annunciato la pubblicazione nelle prossime ore in Gazzetta ufficiale del decreto sull’Ecosistema dei Dati Sanitari. «Un punto di svolta epocale», ha detto. Il piano prevede lo sviluppo di strumenti avanzati per estrarre dati sanitari dai documenti clinici, raccoglierli in piattaforme sicure tramite pseudo-anonimizzazione, e sfruttarli grazie all’intelligenza artificiale per migliorare la gestione della sanità.
L’obiettivo è rispettare i tempi del PNRR, con le prime fasi operative entro la fine del 2025 e il lancio ufficiale dell’Agenzia Sanitaria Digitale previsto per giugno 2026.
«In Europa l’obiettivo è che il 100% dei cittadini abbia accesso al proprio fascicolo sanitario elettronico entro il 2030, garantendo così un’integrazione della salute digitale oltre i confini nazionali», ha detto Marsella. «Attualmente, l’80% dei cittadini europei ha accesso ai propri dati sanitari in formato elettronico, un progresso significativo che l’Unione Europea intende rafforzare ulteriormente con lo sviluppo dello Spazio Sanitario Europeo (EHDS)».
Un passo decisivo in questa direzione sarà il Regolamento sullo Spazio Sanitario Europeo, previsto per la pubblicazione a febbraio 2025. Il regolamento si basa su due pilastri fondamentali: l’accesso ai dati sanitari da parte dei cittadini, affinché possano usufruire delle proprie informazioni in qualsiasi paese europeo; la creazione di un formato di scambio dati europeo obbligatorio, che permetterà l’interoperabilità tra i sistemi sanitari nazionali.