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Anno record per i trapianti, ma più di un italiano su tre rifiuta la donazione di organi

Perché ne stiamo parlando
Negli ultimi dieci c’è stato un aumento del 46% nelle donazioni di organi e del 41% nei trapianti, con il numero di donatori per milione di abitanti cresciuto del 57%. Dati record presentati da Schillaci, ma c’è una questione aperta: nel 2024 più del 36% degli italiani ha dichiarato di non voler donare.

Come per il 2023, anche il 2024 è stato un anno importante per le donazioni e i trapianti di organi, tessuti e cellule: nell’anno da poco concluso l’attività della Rete trapiantologica italiana ha ottenuto in molti degli indicatori i migliori risultati mai registrati. I dati sono stati presentati dal Ministro della Salute Orazio Schillaci e dal direttore del Centro nazionale trapianti Giuseppe Feltrin a Roma.

I donatori per milione di abitanti sono aumentati del 57% in dieci anni

Le donazioni di organi si sono attestate a 2.110, (+2% rispetto al 2023), mentre i trapianti realizzati sono stati 4.692, (226 in più rispetto al 2023, +5,1%).

Nel 2015 le donazioni erano “solo” 1490 e i 3327 trapianti: significa che in dieci anni c’è stato un balzo in avanti rispettivamente nel 46,1% di donazioni e del 41% nei trapianti.

In un decennio si è quindi visto un aumento del 57% nel numero di donatori per milione di persone (da 19,2 a 30,2 donatori per milione).

I centri per la donazione a cuore fermo sono raddoppiati dal 2020 al 2024

Per i pazienti significa maggiori possibilità di ricevere un trapianto, con tempi di attesa ridotti e una migliore qualità di vita, e dal punto di vista del sistema sanitario, un numero maggiore di donatori implica la necessità di apportare un miglioramento nell’organizzazione e nell’efficienza del processo di segnalazione e utilizzo degli organi, così come nell’offerta di strutture in cui effettuare i trapianti: se si osservano i dati sui centri attivi per la donazione a cuore fermo negli ultimi 5 anni sono più che raddoppiati, passando dai 41 del 2020, anno del Covid, agli 85 del 2024.

Schillaci: donazione d’organo sintomo di civiltà

«La donazione d’organo è sintomo di civiltà. Nel nostro Paese sono aumentate, ma credo si possa fare ancora di più per farle crescere ulteriormente», ha detto il ministro Schillaci. « I dati positivi sul numero di trapianti e delle donazioni, ha aggiunto «sono la dimostrazione del valore del nostro sistema sanitario pubblico, di come si possono avere delle prestazioni di eccellenza gratuitamente. È quello che vogliamo conservare e migliorare del nostro sistema in un mondo complesso, perché oggi la sanità è molto diversa da quella di 45 anni fa, quando è stato fondato il Ssn».

Crescono nelle Regioni del sud le donazioni

La performance delle donazioni di organo quest’anno ha visto una flessione in Regioni che lo scorso anno avevano fatto da traino, come l’Emilia-Romagna, il Veneto, la Sardegna e le Marche; calo compensato da alcune Regioni del Sud, come la Sicilia e la Campania, che fino ad ora erano rimaste un po’ nell’ombra, forse anche questo sintomo di un Paese che sta cambiando.

Aumentano i trapianti di rene (+6,6%), fegato (+1,8%) e cuore (+13%), in calo polmone e pancreas

Per quanto riguarda i trapianti, la crescita degli interventi non ha riguardato tutte le specialità: si è rilevata una crescita nei trapianti di rene realizzati, 2393 (+6,6% rispetto ai 2.245 del 2023), 1732 di fegato (+1,8%, nel 2023 erano 1.696), ma soprattutto 418 trapianti di cuore rispetto ai 370 dell’anno precedente.

Calano tuttavia quelli di polmone che nel 2023 erano aumentati del 34% rispetto al 2022: nel 2024 si sono fermati a 174 (-7,4%); anche i trapianti di pancreas, 40 nel 2023, sono diminuiti del 5,3%.

In termini assoluti è stata la Lombardia la regione a effettuare il maggior numero di trapianti mentre in rapporto alla popolazione il primato spetta al Veneto (130,5 trapianti ogni milione di abitanti) seguito da Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Al sud è significativa la crescita registrata dalla Sicilia, passata in un anno da 46,9 a 63,8 trapianti per milione di abitanti.

Il 36,3% delle dichiarazioni di volontà nel 2024 è stata contraria alla donazione, più alta rispetto al 2023

I dati sulle dichiarazioni di volontà alla donazione offrono un quadro positivo, ma evidenziano anche alcuni aspetti su cui lavorare per migliorare ulteriormente la partecipazione della popolazione italiana. Nel 2024, quasi il 95% dei comuni italiani è risultato attivo nel registrare le dichiarazioni attraverso il Sistema Informativo Trapianti (SIT). 407 comuni sul totale dei 7897 comuni italiani devono ancora attivarsi per garantire il servizio alla raccolta delle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi.

Dal punto di vista demografico, le donne sono leggermente più propense rispetto agli uomini a esprimere la propria volontà, anche se la differenza è minima; i giovani tra i 18 e i 30 anni mostrano già un buon coinvolgimento, mentre le fasce più anziane, a partire da quelle sopra i 71 anni, registrano tassi di consenso inferiori.

Un aspetto critico rimane infatti il tasso di opposizioni. Se nelle rianimazioni la percentuale di chi ha rifiutato la donazione nel 2024 è calata, -29,3% rispetto all’anno precedente, è invece aumentato il numero di persone che all’atto del rilascio/rinnovo della carta d’identità elettronica ha scelto di registrare un “no” a un’eventuale donazione dopo la morte. Nel 2024 le dichiarazioni di volontà raccolte nelle anagrafi comunali sono state oltre 3,7 milioni: nel 36,3% dei casi i cittadini hanno optato per l’opposizione al prelievo degli organi, mentre nel restante 63,7% hanno dato il consenso (nel 2023 i “sì” erano stati invece il 68,5%).

Record di 410 donazioni e 1.095 trapianti di cellule staminali nel 2024

Il 2024 ha segnato un anno record per la donazione delle cellule staminali emopoietiche, con numeri mai raggiunti prima sia nelle donazioni (410) che nei trapianti (1.095) da donatori non consanguinei. In quasi il 90% dei casi, le cellule sono state raccolte da sangue periferico, una procedura poco invasiva che ricorda molto una normale donazione di sangue. Notevole anche il trend di crescita dei donatori di midollo osseo: per la prima volta, il registro IBMDR ha superato il mezzo milione di iscritti attivi (512.194, +3,1%), ovvero persone pronte a donare. Questo risultato è stato reso possibile dall’iscrizione, nel 2024, di ben 32.184 nuovi potenziali donatori, principalmente giovani tra i 18 e i 35 anni.

Keypoints

  • Nel 2024, la Rete trapiantologica italiana ha registrato risultati record, con 2.110 donazioni di organi (+2% rispetto al 2023) e 4.692 trapianti (+5,1%), rappresentando un aumento del 46% nelle donazioni e del 41% nei trapianti rispetto al 2015
  • Il numero di donatori per milione di abitanti è cresciuto del 57% in dieci anni, passando da 19,2 a 30,2, riducendo i tempi di attesa per i pazienti e migliorando l’efficienza del sistema sanitario
  • I centri attivi per la donazione a cuore fermo sono raddoppiati negli ultimi cinque anni, passando da 41 nel 2020 a 85 nel 2024, contribuendo all’aumento delle possibilità di donazione
  • Regioni come Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno guidato per numero di trapianti, mentre la Sicilia e la Campania hanno mostrato significativi miglioramenti, indicando un cambiamento positivo nel Sud Italia
  • I trapianti di rene, fegato e cuore sono aumentati rispettivamente del 6,6%, 1,8% e 13%, mentre quelli di polmone e pancreas sono diminuiti rispettivamente del 7,4% e del 5,3%
  • Le dichiarazioni di volontà alla donazione sono cresciute, con il 94,8% dei comuni attivi nel Sistema Informativo Trapianti, ma il 36,3% dei cittadini ha espresso opposizione, un dato in aumento rispetto al 2023
  • Le donne e i giovani tra i 18 e i 30 anni sono i gruppi più propensi a esprimere la volontà di donare
  • La donazione di cellule staminali emopoietiche ha raggiunto livelli record con 410 donazioni e 1.095 trapianti, in quasi il 90% dei casi da sangue periferico, una modalità meno invasiva
  • Il registro IBMDR ha superato per la prima volta il mezzo milione di iscritti attivi (+3,1%), con 32.184 nuovi donatori reclutati, prevalentemente tra i giovani di età compresa tra 18 e 35 anni
  • Nonostante i progressi, persistono disparità regionali e un alto tasso di opposizioni, evidenziando la necessità di migliorare la sensibilizzazione e uniformare le opportunità di donazione su tutto il territorio nazionale

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