È un round molto importante quello portato a termine pochi giorni fa da Cellply, la prima azienda biotech italiana a essere sbarcata sul mercato con una piattaforma in grado di misurare l’efficacia delle immunoterapie nella cura delle patologie oncologiche. La società capitanata dal nuovo Ceo Emiliano Spagnolo ha infatti finalizzato un nuovo round di finanziamento da 3,6 milioni, guidato da Recomec, Lift e Schia Ventures. Si tratta di una determinante iniezione di risorse che permetterà alla startup bolognese di raccogliere l’interesse di altri potenziali investitori con l’intento di arrivare, come da previsione, a ben 14 milioni di euro di raccolta entro la fine del primo trimestre 2024.
Il business dell’immunoterapia
Dal punto di vista clinico l’immunoterapia rappresenta un’enorme opportunità nella lotta ai tumori, ma non si possono certo sottovalutare le opportunità offerte anche sotto l’aspetto finanziario. I dati parlano da soli: secondo una ricerca pubblicata solo a inizio settembre 2023 sulla rivista open access Bmj Oncology, negli ultimi trent’anni vi è stato infatti un incremento del 79% di nuovi casi di cancro tra gli under 50, un dato impressionante che dimostra molto bene quale sia anche l’interesse da parte degli investitori verso questi sviluppi nella ricerca.
Grazie alla tecnologia sviluppata da Cellply sarà infatti possibile salvare la vita a pazienti con il cancro anche in fase molto avanzata grazie a un sistema proprietario che consente l’ottimizzazione del costo di sviluppo, il controllo della qualità delle cellule destinate all’immunoterapia e di monitorare in futuro i pazienti trattati. L’obiettivo finale è riuscire a quantificare e monitorare il numero di cellule in grado di attaccare e distruggere le cellule tumorali, tutelando in ultima analisi gli investimenti in ricerca delle case farmaceutiche.
Rafforzare la presenza in Europa e Nordamerica
La startup bolognese aveva già raccolto vari round seed e grant per un totale di 11 milioni di euro. Con questo nuovo investimento Cellply potrà sviluppare ulteriormente il proprio sistema e posizionarsi anche sul grande mercato statunitense con l’apertura di una branch Cellply North America. Andando quindi a rafforzare la propria presenza all’estero quale pioniere della ricerca e del controllo della qualità nel settore delle “cell therapy”. Il sistema di monitoraggio brevettato dalla startup può infatti aiutare l’industria farmaceutica a individuare il processo produttivo più efficace, cioè quello in grado di produrre il maggior numero di cellule “superkiller” dei tumori. L’obiettivo della piattaforma sviluppata da Cellply è quindi consentire l’analisi approfondita del sistema immunitario lungo tutto il ciclo di sviluppo della terapia, dalla scoperta, allo sviluppo del processo e al controllo di qualità.

«Vogliamo offrire ad aziende biotech, pharma e a cliniche che sviluppano nuove terapie cellulari uno strumento in grado di ridurre tempi, costi e rischi di sviluppo», spiega Emiliano Spagnolo, recentemente insediatosi quale Ceo di Cellply. «Abbiamo sviluppato uno strumento analitico complesso e robotizzato in cui inseriamo un dispositivo microfluidico brevettato che funziona come un ring da combattimento: mettiamo singole cellule da esaminare sul ring e vediamo quelle più efficaci contro i bersagli tumorali, grazie a un software che interpreta i dati».
Monitorare la “potency” del prodotto durante il suo sviluppo
«Usiamo tecnologie come machine learning e intelligenza artificiale, microfluidica, robotica e biotecnologia», continua Spagnolo. «Questo permette di analizzare nel dettaglio ciascun lotto di terapia cellulare osservando le sottopopolazioni di cellule immunitarie, identificando i campioni contenenti un maggior numero di cellule attive ed efficaci e velocizzando quindi i processi di scoperta e sviluppo di nuove terapie cellulari. L’obiettivo è creare un “cell pass”, uno strumento che consenta di monitorare le caratteristiche funzionali, la cosiddetta “potency”, del prodotto durante lo sviluppo, la produzione e a seguito della somministrazione ai pazienti. È un tema di alta rilevanza nel settore della cell therapy con un potenziale impatto enorme sullo sviluppo dell’immunooncologia».
Garantire una migliore qualità della vita umana è il core value di Cellply: fondata nel 2013 da Massimo Bocchi e da Roberto Guerrieri, founder di Silicon Biosystem, poi ceduta a Menarini, e inventore della tecnologia fingerprint acquisita da Apple, la startup prevede oggi di chiudere l’operatività del 2023 con il suo primo importante fatturato e con una forte progressione a 2 anni.