Agevolazioni fiscali alle persone fisiche che investono in startup e PMI innovative, incentivi agli investimenti, creazione di un fondo dei fondi: la proposta di legge su startup e PMI innovative promossa dall’onorevole Giulio Centemero ha ottenuto poche settimane fa il via libera del Senato e si avvia a diventare legge nel prossimo autunno. Milanese, laurea in economia e commercio, executive master in management dell’amministrazione pubblica, Centemero è stato eletto alla Camera nel 2022 nei banchi della Lega, ed è uno dei politici più attivi sui temi dell’innovazione e dei mercati finanziari. Lo abbiamo raggiunto per farci spiegare in che cosa consiste la sua proposta di legge e come si concilia con le norme del DDL concorrenza approvate nei giorni scorsi.
Onorevole Centemero, la sua proposta di legge ha come obiettivo la “promozione e sviluppo di startup e PMI innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti”. Cosa cambia rispetto al passato?
«Il primo tema che affronta la proposta di legge riguarda la detrazione Irpef per le persone fisiche che investono in startup e PMI innovative. Si tratta di un incentivo fiscale presente sin dalla nascita della normativa sulle startup, nel 2012. Inizialmente la detrazione era del 19%, poi è stata portata al 30% dal DL 179/2019 e infine al 50% dal decreto legge 34/2020 (quest’ultima detrazione è concessa ai sensi della disciplina sugli aiuti di Stato c.d. de minimis). L’articolo 2 della nostra proposta di legge dice che qualora tale detrazione superi l’imposta lorda dovuta dal contribuente, l’eccedenza può essere trasformata in credito d’imposta utilizzabile in dichiarazione o in compensazione. Si tratta dunque di un’ulteriore agevolazione per chi investe in imprese innovative».
Quali le novità per capital gain e plusvalenze?
«Con la nostra proposta di legge, all’articolo 3, i redditi da capitale (c.d. capital gain) percepiti dalle persone fisiche derivanti dalla partecipazione a fondi che investono prevalentemente nel capitale sociale di una o più startup o PMI innovative sono esentati dall’imposizione. Per quanto riguarda le plusvalenze, l’articolo 14 del decreto Sostegni-bis del 2021 stabiliva che quelle realizzate da persone fisiche che investono tramite OICR prevalentemente in PMI innovative e startup fossero esenti da imposta. La nostra proposta adegua tale previsione al regime de minimis rendendola operativa».
Perché avete aumentato il limite del patrimonio netto della SIS, Società di investimento semplice?
«Ricordiamo che la Società di investimento semplice (introdotta dal decreto crescita 2019) è un veicolo di investimento che opera in maniera semplificata e investe esclusivamente nelle PMI non quotate su mercati regolamentati, o in società che si trovano nella fase di sperimentazione (seed financing), costituzione (startup financing) e avvio dell’attività (early stage financing). Il patrimonio netto definisce la soglia massima entro la quale possono investire. L’articolo 4 della nostra proposta di legge lo innalza da 25 a 50 milioni di euro: l’obiettivo è accrescere il numero di soggetti che possono operare come SIS e creare una classe di gestori e investitori preparata a investire in startup e società innovative in genere».
Perché la sua proposta di legge si concentra solo su questi punti?
«Nella scorsa legislatura avevamo preparato a molte mani, insieme a Mattia Mor, deputato di Italia Viva, e Luca Carabetta del M5S un progetto di legge più articolato sulle startup, che suggeriva tra le altre cose la decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per startup e PMI innovative, fondi di Venture Capital, incubatori certificati italiani e angel network e un credito d’imposta per acquisizioni di startup o PMI innovative. Si trattava di una ventina di articoli, dei quali però dopo il giro dei ministeri, necessario per ottenere pareri e coperture finanziarie, ne sono sopravvissuti solo quattro. Ma la buona notizia è che grazie a un emendamento del senatore Stefano Borghesi approvato il 10 luglio al Senato la nostra proposta di legge si è arricchita di un altro progetto: l’istituzione del cosiddetto fondo dei fondi».
Che cos’è il fondo dei fondi?
«Si tratta delle risorse del cosiddetto patrimonio “rilancio” (lo strumento nato nel 2021 dal Ministero dell’economia e finanze gestito da Cassa Depositi e Prestiti per sostenere le imprese italiane con fatturato superiore a 50 milioni di euro, ndr), che non erano state utilizzate adeguatamente perché il primo regolamento era molto restrittivo. Grazie alla proposta di Borghesi queste risorse potranno essere coinvestite in fondi (OICR) di nuova costituzione, per un massimo del 49% del totale. Il restante 51% o più dovrà essere sottoscritto da investitori privati. Questi fondi andranno a investire in small e mid cap (emittenti di medio-piccola capitalizzazione) quotate o quotande con sede legale o stabile organizzazione in Italia, anche con fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro. In sostanza, nell’economia reale».
Che rapporto c’è tra questa proposta di legge e il “manifesto delle 10 proposte per favorire l’ecosistema innovativo italiano” elaborate da InnovUp e trasformate (solo in minima parte) dal recente DDL concorrenza?
«Alcune norme provenienti da quel tavolo sono state inserite nel Ddl Concorrenza e alcune no. In autunno il DDL atterrerà in uno dei rami del Parlamento e potremo migliorare e arricchire il testo. Alcune delle 10 proposte del manifesto trovano risposte concrete nella mia proposta di legge sulle startup».
Secondo lei le startup e in generale l’innovazione sono una priorità politica per il nostro paese?
«Molti passi in avanti si stanno facendo. Nel decreto capitali, per esempio, è passata una norma che introduce l’educazione finanziaria tra gli argomenti di educazione civica nelle scuole a partire da quest’anno. Anche l’Intelligenza Artificiale entrerà nelle scuole. E io stesso organizzo un piccolo cenacolo che analizza gli impatti e la gestione dei global trend sul nostro Paese (ovviamente l’innovazione è sempre protagonista) e partecipo a convegni, come quello di recente organizzato nell’aula dei Gruppi parlamentari dal titolo “Intelligenza Artificiale, innovazione avanzata al servizio dell’uomo”. E se è vero che il mainstream copre poco questi temi, parecchia comunicazione viaggia su Reddit o Discord».
Il nome della nostra testata, INNLIFES, è l’acronimo di “innovazione nelle Life Sciences”. Che ruolo hanno le Scienze della Vita nel panorama dell’innovazione italiana?
«Healthcare & Life science è una delle 7 direttrici su cui CDP Venture Capital ha impostato il suo piano industriale, e sul quale ha messo a disposizione il primo miliardo. Ora sono partiti anche i primi investimenti di Fondazione Enea Tech e Biomedical. Le Scienze della Vita, insieme ad aerospazio e manifatturiero avanzato, sono tra le filiere italiane in cui siamo più forti: hanno un ruolo fondamentale nell’innovazione ed è su di esse che le risorse vanno concentrate».