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Listup: collaborazione, parola chiave per far crescere il Life Science in Italia

Perché ne stiamo parlando
Presentato il secondo Report Listup, realizzato da Indicon in collaborazione con Growth Capital, Innovup e Italian Tech Alliance. Importante fare sistema per accelerare lo sviluppo dell’ecosistema italiano.

Listup: collaborazione, parola chiave per far crescere il Life Science in Italia

«Milano è la città italiana con il maggior numero di startup innovative. La nostra città nel campo Life Science è un hub di eccellenza a livello internazionale grazie a un ecosistema dinamico: qui hanno sede alcune delle principali aziende del settore, eccellenti strutture sanitarie, centri di ricerca e 11 università, 4 di queste specializzate in Life Science e medicina, tra le migliori in Europa secondo i ranking internazionali. C’è il Mind, che accoglie centri di ricerca all’avanguardia, spazi dedicati all’innovazione, e ci sono incubatori e acceleratori».

Così Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, ha aperto la presentazione del secondo Report Listup: una mappa delle startup e delle PMI che innovano nel campo delle Scienze della Vita.
L’assessora ha ricordato che Milano è la capitale finanziaria del Paese, annunciando che si terrà proprio a Milano, dal 28 al 30 ottobre, a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, l’edizione 2024 di Zero one hundred conference: appuntamento internazionale dedicato al mondo del private equity e del Venture Capital «che d’ora in poi si svolgerà a Milano» e sarà un’occasione per far incontrare aziende innovative con potenziali investitori internazionali e locali «e far crescere l’ecosistema italiano a livello globale».

«È fondamentale – ha aggiunto Cappello – creare una rete tra gli attori che operano in questo ambito, facendo sinergia tra pubblico e privato e attraendo talenti e investimenti. Quindi grazie a Indicon per l’iniziativa Listup: quello delle scienze della vita ha un impatto diretto sulla qualità della vita e sul benessere delle persone ed è un settore strategico per lo sviluppo economico di Milano e di tutto il Paese».

Lombardia: Silicon Valley italiana

«La Lombardia si conferma la Silicon Valley italiana». È stata Elena Paola Lanati, CEO di Indicon Società Benefit e vice presidente di IAB (Italian Angels for Biotech) a illustrare i risultati dell’osservatorio Listup con dati aggiornati al primo semestre del 2024 (Leggi qui l’articolo con la sintesi dei dati del Report Listup).

Dati che evidenziano che in Italia il settore Life science gode di buona salute.

«Nonostante gli investimenti in Venture Capital siano scesi negli ultimi anni, il nostro settore è in controtendenza e molto molto attivo a livello di M&A» ha esordito Lanati puntualizzando che «le imprese innovative mostrano un trend crescente anche grazie agli investimenti del PNRR che stanno iniziando a dare frutti».

In Italia, ha ricordato, «sono circa 1600 le startup e le PMI nel settore Life Science, che hanno raccolto solo nel primo semestre del 2024 quasi quanto raccolto complessivamente l’anno scorso, segnalando un trend estremamente positivo, pur a fronte di un numero inferiore di round».

Circa due terzi dei round hanno visto coinvolte startup dei settori Biotech/Pharma e Med Tech, con l’importo investito nel settore Med Tech che è quintuplicato in questo primo semestre, passando dai 23 milioni di euro del 2023 ai 114 milioni di euro nel primo semestre 2024. Tra il 2019 e il primo semestre 2024, Biotech/Pharma è il settore del Life Science che ha raccolto la maggior parte degli investimenti (46%), seguito da Med Tech con il 41,5% e Digital Health con 9%, Healthcare Product and Service 3,5% degli investimenti.

«Abbiamo tracciato la presenza femminile e nel nostro settore è superiore alla media, con il 19% nelle startup Life Science rispetto al 14% di tutte le startup innovative».

Milano: hub d’eccellenza

Anche Giulio Centemero, membro della Commissione Finanze della Camera, ha ribadito il peso strategico della Lombardia, e di Milano in particolare, nell’ecosistema dell’innovazione nelle Scienze della Vita. «È un terreno di crescita per tutti i progetti innovativi». E in merito all’adozione di politiche idonee a supportare lo sviluppo delle startup, ha citato la Legge Capitali quale misura importante per il crowdfunding nazionale che «facilita la procedura di IPO, gli exit» e l’importanza di incentivare gli investitori a investire in innovazione, in particolare sulle scienze delle vita, identificando mega trend, su modello UK.
E ricordando quanto i brevetti siano essenziali per le imprese attive nella Scienze della Vita, ha aggiunto l’importanza di rafforzare il Corporate Venture Clienting: «in un periodo in cui i dati sono oro, trovo paradossale che una volta registrato un marchio/brevetto non parta una comunicazione a tutte le imprese per dire “noi ci siamo, usateci”».

Il Tech Transfer: pilastro del Life Science

Alessandro Fermi, Assessore Regionale all’Università, Ricerca, Innovazione, Regione Lombardia, nel ricordare le ultime misure messe in campo per dare un impulso all’attività di trasferimento tecnologico e favorire la crescita delle startup innovative (leggi qui l’intervista), ha ricordato quanto l’Italia in generale e la Lombardia in particolare sia un terreno fertile per l’innovazione grazie alla propensione di ricercatori e ricercatrici che intraprendono percorsi innovativi che possono diventare successi imprenditoriali: «straordinari percorsi di sviluppo economico collegato all’ingegno».

In particolare, ha evidenziato che «il settore delle Scienze della Vita è una delle eccellenze del nostro tessuto industriale». Specificando che «il biotech in Lombardia rappresenta quasi il 27% del totale nazionale, con il 50% del fatturato nazionale generato proprio nella nostra regione. C’è una forte volontà di investire e un ampio margine di crescita, grazie alla capacità delle nostre imprese di guardare sempre avanti. E quando il mercato si muove in questa direzione, è doveroso che il settore pubblico sostenga gli investimenti per favorire questo sviluppo». Uno sviluppo che deve sempre più fare leva nella collaborazione tra mondo universitario e mondo imprenditoriale: «dobbiamo investire per aumentare la capacità di fare squadra».

Del resto, come ha sottolineato Fabio Mondini De Focatiis, Founding Partner Growth Capital, «il Tech Transfer è l’architrave del Life Science» ed è fondamentale, ha aggiunto Maria Cristina Porta, Direttore Generale Enea Tech e Biomedical, per incentivare la messa a terra dell’innovazione «capire come imparare a fare impresa con i compagni di viaggio giusti». Perché non c’è solo un bisogno finanziario da soddisfare, ma anche la possibilità di accedere a infrastrutture e laboratori specializzati, a competenze manageriali, regolatorie, ecc.

Anche Luca Benatti, Presidente di Italian Angels for Biotech (IAB), ha evidenziato questo aspetto. Per dare un impulso all’ulteriore crescita dell’ecosistema, servono strumenti finanziari ma anche competenze di business, «in un ambito, quello delle Scienze della Vita, che è tra i più regolamentati e dove il regolatorio può far crollare anche le idee più belle. Noi come IAB mettiamo questa expertise a frutto all’interno dell’ecosistema».

Il Venture Capital

L’ecosistema Life Science negli ultimi anni è cresciuto molto, anche sul fronte Venture Capital. «Nel 2015, anno in cui è stata creata Panakès, c’erano un paio di investitori nelle Life Science. Oggi anche in Italia sono stati creati una serie di fondi e si sono aggiunti grossi attori istituzionali, come Enea Tech e Biomedical e CdP Venture, oltre a investitori generalisti come LIFTT» ha puntualizzato Alessio Beverina, Founder e General Partner Panakès.

Stefania Quaini, Managing Director A4W, si è soffermata sul dato della presenza femminile nel mondo dell’innovazione Life Science. «Osserviamo una leggerissima prevalenza di startup Life Science a guida femminile rispetto alle startup in generale. Ma se guardiamo gli investimenti in generale in startup female founded, a livello europeo il dato si attesta tra il 2 e il 4%: questo dato deve migliorare. E inoltre, quando si parla di gender gap non si deve guardare solo alle founder: dobbiamo puntare anche a una maggiore diversità all’interno dei VC». E ha ricordato l’impegno di Angels4Women nel supportare il trasferimento tecnologico e l’avviamento di impresa da parte di ricercatrici. Un esempio? «Diamante: azienda biotech fondata da Valentina Garonzi». (Leggi qui la storia di Diamante)

Conclusioni: fare sistema per crescere

«Come sottolinea il Rapporto Draghi, ma come diceva in fondo Elserino Piol, un paese non cresce senza innovazione, bisogna investire di più e bisogna costruire competenze di R&D da combinare a competenze economiche» ha concluso Lanati. «Questo Paese ha tanto da fare, ma ci sono segnali positivi: bisogna coglierli. Con il Report Listup abbiamo condotto un’analisi dettagliata del settore, perché non si può governare quello che non si può misurare».

«E l’Italia – ha continuato Marco Venturelli, Presidente del CdA di CheckMab e Ambassador di Federated Innovation @MIND – ce la deve fare a salire sul podio dell’innovazione nelle Life Sciences in Europa» E ce la può fare se riesce a fare sistema. «Con la produzione scientifica italiana in crescita, lo sforzo in corso nell’adeguamento del Technology Transfer, i fondi PNRR e la maturazione dei suoi VC con l’apporto di ENEA Tech e Biomedical e CDP Venture Capital SGR, un ampio settore di ricerca clinica e una produzione biopharma al top, gli ingredienti ci sono tutti». Per accelerare, ha detto Venturelli, serve collaborazione, valorizzare le specificità, creare processi di collaborazione strategica tra ricerca clinica e impresa. Non è semplice, ma i VC ci insegnano a collaborare e a suddividere il rischio».

Marica Nobile, Direttrice Federchimica Assobiotec, dal canto suo ha evidenziato che «in Italia abbiamo ottima ricerca e ottimi brevetti, ma si fa fatica a mettere a terra l’innovazione, a fare impresa. È difficile – ha detto – creare collaborazioni pubblico-privato, sono mondi che parlano lingue diverse, così come ricercatori e imprenditori hanno mindset diversi. Servono allora facilitatori per avvicinare questi due mondi. E servono strutture che permettano alle startup di portare avanti i loro progetti, di testare, sbagliare e riprovare. Ce ne sono ancora troppo pochi in Italia».

Sul fronte di fare sistema in un’ottica di open innovation, Roberto Triola ha condiviso la visione di Farmindustria.
Capo Area Trasformazione Digitale del Centro Studi Farmindustria, Triola ha sottolineato che «il paradigma dell’open innovation si è evoluto verso il modello di network innovation: la necessità, cioè, di collaborare all’interno di un network di operatori ed ecosistemi di innovazione strutturati». E per far crescere le startup, ha evidenziato l’importanza di una normativa che sostenga l’innovazione: «La normativa in questo momento non ci sta aiutando. Dobbiamo cercare di rendere più profittevoli gli investimenti di VC con interventi di politica industriale e non dobbiamo sottovalutare la variabile tempo: la burocrazia non deve frenare la velocità».

Un ruolo importante nel mettere insieme i pezzi della filiera lo gioca il Cluster Lombardo Scienze della Vita. E anche Gianluca Vago, Vice Presidente del Cluster, ha ribadito la necessità di andare oltre la frammentazione degli operatori e delle attività di trasferimento tecnologico e di portare a termine una trasformazione culturale che consenta di raccogliere di più da quello che produciamo in termini di conoscenza.

Keypoints

  • Milano si conferma un hub internazionale per il settore Life Science, con un ecosistema dinamico composto da aziende, centri di ricerca, università e strutture sanitarie di eccellenza
  • La collaborazione tra attori pubblici e privati è cruciale per accelerare la crescita dell’ecosistema Life Science in Italia, attirando investimenti e talenti
  • La Lombardia si posiziona come la “Silicon Valley italiana”, rappresentando un centro strategico per il settore biotech, con il 50% del fatturato nazionale generato in regione
  • Il settore delle Scienze della Vita è in controtendenza rispetto al calo degli investimenti nel venture capital, con un aumento significativo delle operazioni di M&A
  • Nel 2024, le startup italiane del Life Science hanno raccolto quasi quanto l’intero 2023, con una crescita particolarmente rilevante nel settore Med Tech
  • La presenza femminile nelle startup Life Science è superiore alla media nazionale, con il 19% di founder donne rispetto al 14% nelle altre startup innovative
  • Il trasferimento tecnologico (Tech Transfer) è considerato fondamentale per la crescita del Life Science, supportando la trasformazione di idee in imprese di successo
  • La collaborazione tra mondo universitario e imprenditoriale è vista come una leva strategica per rafforzare il settore e superare la frammentazione delle risorse e competenze

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