Laurea in ingegneria biomedica, magistrale in Bionics Engineering e dottorato di ricerca in Biorobotica, Laura Morchi è co-founder di Soundsafe Care, la startup pisana che ha appena vinto l’ultima edizione della Startup Marathon.
Startup Marathon è un contest per imprese innovative, startup e spinoff universitari promosso da Area Science Park, UniCredit e Fondazione Comunica, che dal 2020 seleziona e accelera il percorso di go-to-market di realtà promettenti dell’ecosistema dell’innovazione italiano.
«Aver vinto questa competizione è un ottimo riconoscimento e ci offre nuove opportunità importanti in termini di networking e futuri investimenti» racconta entusiasta Morchi, Cto della startup, nel consiglio di amministrazione insieme a Valentina Franchini e al cofondatore Andrea Mariani.
Soundsafe Care è una realtà molto giovane: fondata poco più di un anno fa. Con quale obiettivo?
«La startup nasce a fine maggio 2023 a seguito di un lungo percorso di ricerca, all’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con l’obiettivo di traslare i risultati accademici in una tecnologia che possa avere un impatto reale sui pazienti».
Di fatto, state lavorando a un dispositivo che utilizza gli ultrasuoni per il trattamento del cancro al fegato?
«Il trattamento del cancro al fegato è uno dei possibili usi clinici del dispositivo, che si presta però al trattamento di diverse patologie oncologiche. Stiamo infatti lavorando alla realizzazione di un dispositivo robotico che possa rivoluzionare la chirurgia per il trattamento di diversi tumori, utilizzando ultrasuoni focalizzati. Grazie a una tecnologia avanzata di imaging e automazione, migliora la precisione e riduce i tempi dell’intervento, rendendolo meno invasivo, e riduce complicazioni e costi ospedalieri.
Come anticipato, è una tecnologia agnostica rispetto ai tessuti tumorali, può trattare cioè molteplici tumori. L’idea di puntare innanzitutto a una applicazione per la rimozione dei tumori al fegato come primo target di mercato nasce dal fatto che il cancro al fegato è uno dei tumori con più alta mortalità: la nostra tecnologia potrebbe avere quindi un grosso impatto sui pazienti. La tecnologia robotica consente infatti di compensare i possibili movimenti del bersaglio della terapia: il fegato, essendo un organo dell’area addominale, si muove quando il paziente respira».
Quali sono le prossime tappe per portare al mercato la vostra tecnologia che combina ultrasuoni e robotica in un dispositivo che promette di rendere non invasivi gli interventi chirurgici in ambito oncologico?
«Il nostro è uno strumento per la rimozione dei tumori sia in medicina umana che in medicina veterinaria. La nostra roadmap prevede innanzitutto l’ingresso del nostro dispositivo sul mercato veterinario, che ha barriere regolatorie più snelle rispetto al mercato medicale. In questo modo puntiamo anche ad avere primo fatturato e a raccogliere dati clinici per validare la tecnologia verso l’applicazione clinica umana. A cui stiamo comunque già pensando: stiamo valutando per esempio se puntare al mercato europeo, quindi all’ottenimento del marchio CE, o al mercato statunitense, quindi all’approvazione dell’FDA, grazie al supporto di advisor e CRO (Clinical Research Organization)».
Finora chi ha investito in Soundsafe Care?
«Nel 2022 il nostro progetto di ricerca è stato selezionato da RoboIT, il primo National Technology Transfer Hub dedicato alla robotica e all’automazione, lanciato da Cdp Venture Capital, e in quella occasione abbiamo raccolto un primo finanziamento pre-seed, volto a supportare i primi passi verso l’industrializzazione del dispositivo.
L’anno dopo, quando abbiamo fondato la società, abbiamo chiuso un round di 1,75 milioni di euro per sostenere il primo ingresso nel mercato veterinario, che prevediamo nel 2025. L’aumento di capitale è stato guidato da RoboIT, Pariter Robotics, e il fondo regionale Toscana Next. Siamo stati inoltre selezionati per il programma di accelerazione imec.istart che, secondo UBI Global, è il programma di acceleratore di startup numero uno al mondo, e sempre nel 2023 abbiamo aperto la nostra sede presso il Polo Tecnologico di Navacchio, un parco che conta più di 60 aziende e offre alle startup un incubatore certificato del Ministero delle Imprese e del Made in Italy».
Avendo vinto la Startup Marathon, avete conquistato l’accesso al programma di accelerazione UniCredit Start Lab. Cosa vi aspettate?
«È un’importante opportunità per approfondire aspetti e acquisire competenze relative a business e marketing. Noi siamo tecnici, il nostro team è costituito da ingegneri, per cui partecipare ai programmi di accelerazione consente di formarci come imprenditori e imprenditrici e imparare a gestire aspetti diversi da quelli tecnici e scientifici».