«Prima ancora di correre a brevettare, bisogna chiedersi: ci sarà qualcuno che se la compra questa cosa? Chi è che ha bisogno di questo?». È così che Ennio Tasciotti, responsabile dello “Human Longevity Program” dell’IRCCS San Raffaele, ha inquadrato il fulcro del nuovo approccio che si sta sempre più diffondendo nell’ambito della ricerca sanitaria, per il quale dallo studio accademico si cerca di passare a un’applicazione concreta al servizio dei pazienti e dei clienti in genere. Un tema che, assieme a quello complementare di come capire quando si ha effettivamente in mano la carta giusta per arrivare al mercato, sono stati al centro del seminario “Dal laboratorio al mercato – Tutto quello che c’è da sapere sul Technology Readiness Level”, che si è tenuto il 28 ottobre presso l’IRCCS San Raffaele di Roma. L’evento è organizzato dall’Ospedale Policlinico San Martino nell’ambito del progetto PerfeTTO, finanziato dal ministero della Salute, per il quale l’IRCCS San Raffaele di Roma è riconosciuto come spoke di II livello.
Incentivare la cultura del trasferimento tecnologico
Il progetto PerfeTTO si pone l’ambizioso obiettivo di incentivare la cultura del trasferimento tecnologico nel settore delle Scienze della Vita, creando una rete nazionale di eccellenza tra istituti di ricerca e università. Con il San Raffaele tra i protagonisti si punta a sviluppare nuove strategie, linee guida e best practice per favorire il passaggio dalla ricerca scientifica all’applicazione pratica sul mercato. «Pianificare è essenziale», sottolinea Tasciotti. «Non credo a quel tipo di ricerca traslazionale che spesso avviene dove lo scienziato inventa – ad esempio – un nuovo materiale, vede che non c’è nessuno che lo ha fatto prima e lo brevetta. E lo brevetta solo per il gusto di brevettarlo, ma non ha la minima idea di cosa farci. E – continua – si scervella in tutti i modi di trovargli un’applicazione. Questo, secondo me è il modo sbagliato di farlo. La cosa importante è invece avere l’applicazione dall’inizio: bisogna dirsi ‘voglio risolvere questo problema’ e solo a quel punto sviluppi il nuovo prodotto».
Technology Readiness Level e valutazione del Trasferimento Tecnologico
«La scoperta scientifica è il primo passo di un processo lungo e complesso che porta dall’idea all’innovazione clinica», dice Tasciotti. «In Italia, nonostante il livello elevato della ricerca di base, c’è ancora una diffusa mancanza di consapevolezza sul potenziale economico e applicativo delle scoperte. La cultura del brevetto, essenziale per proteggere e valorizzare l’innovazione, non è sufficientemente radicata nei nostri centri di ricerca – prosegue – e nelle università. Questo si traduce in un ritardo nella brevettazione di nuove tecnologie, che spesso finiscono per essere pubblicate senza un’adeguata protezione intellettuale». Naturalmente, nello stesso campo della pianificazione della ricerca traslazionale, passare dalle idee ai fatti non è semplice. Ecco allora che entra in campo il Technology Readiness Level (TRL) una scala di valutazione che permette di capire a che punto si è nella strada per arrivare ad un prodotto spendibile. «In un contesto sempre più competitivo – ha spiegato l’ing. Francesco Infarinato, responsabile del Laboratorio di Bioingegneria della Riabilitazione dell’IRCCS San Raffaele – e in continua evoluzione come quello delle tecnologie sanitarie, la capacità di innovazione di un’azienda diventa un elemento chiave per il successo e la sostenibilità, anche quando si tratta di IRCCS». Il TRL viene «utilizzato nel settore sanitario per monitorare il progresso di una tecnologia, dalla fase concettuale fino alla sua applicazione clinica e commerciale» e questo strumento può «favorire una strategia di trasferimento tecnologico efficace e sostenibile» .
La scala Technology Readiness Level (TRL)
La scala TRL è stata sviluppata dalla NASA negli anni ’70. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha utilizzato la scala per gli appalti fin dall’inizio degli anni 2000. Nel 2008 la scala era in uso anche presso l’Agenzia Spaziale Europea. La Commissione Europea ha consigliato ai progetti di ricerca e innovazione finanziati dall’UE di adottare la scala nel 2010. I TRL sono state di conseguenza utilizzate nel 2014 nel programma Horizon 2020 dell’UE. Nel 2013, la scala TRL è stata ulteriormente canonizzata dall’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO) con la pubblicazione dello standard ISO 16290:2013. Originariamente composta di 7 livelli di maturità tecnologica, formata ora nella sua versione canonica da 9 livelli, ciascuno che rappresenta un avvicinamento ulteriore alla meta della commercializzazione. Si va dall’osservazione dei principi fondamentali del modello fino al collaudo effettivo della tecnologia in ambiente operativo passando per la formulazione dei concept e dei prototipi, per la loro prima prova sperimentale, per la convalida in laboratorio, poi in ambiente simulato e in uno operativo fino allo sviluppo del prodotto definitivo e appunto al suo test sul campo.
Un caso di successo
Durante il seminario è stato riportato il caso di HaRmonicV Control & Consulting, un’esperienza di successo di ricerca traslazionale, presentato da Maurizio Volterrani, responsabile del Dipartimento Cardiorespiratorio del Gruppo San Raffaele e da Cristiano Maria Verrelli, professore associato presso l’Università di Roma Tor Vergata. Costituita a giugno 2023 dalla stretta collaborazione tra ricercatori dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e della San Raffaele s.r.l, la HaRmonicV ruota attorno a un rivoluzionario tracker, un vero e proprio virtual coach tecnologico, che è in grado di determinare in linea (cioè durante l’esecuzione dell’esercizio stesso) e di comunicare in tempo reale all’utente la dose sicura ed efficace di physical training. HaRmonicV ha vinto la Start Cup Lazio 2022 ed è risultata tra le prime trenta nel programma di accelerazione Next Age 2023. Il prodotto è in grado di offrire indicazioni sull’allenamento non solo personalizzate su base individuale, ma anche sulla base del momento contingente del soggetto, perché derivante dall’analisi della misura della Heart Rate Variability sotto sforzo, che quantifica le variazioni tra gli intervalli temporali tra due consecutivi battiti del cuore. Il lavoro che ha condotto fino allo sviluppo del prodotto ha rappresentato un esempio di trasferimento tecnologico e di valutazione di Technology Readiness di successo che ha dovuto adattarsi di volta in volta non solo alle esigenze del mercato, ma anche alle migliori configurazioni che permettessero di ottenere netti guadagni in termini di efficacia ed efficienza. Questo alla fine ha portato alla creazione di un prodotto agile, integrabile con diversi dispositivi di allenamento, tanto in contesti premium che riabilitativi.