Rafforzare e potenziare la ricerca biomedica in Italia e favorire il trasferimento tecnologico tra ricerca e imprese. A tal fine sono stati stanziati, nell’ambito del PNRR, 524,14 milioni di euro.
Ma che cos’è il trasferimento tecnologico? E cosa si sta muovendo in Italia per accelerare il trasferimento al mercato dei risultati dell’attività di ricerca dai laboratori pubblici?
Trasferimento tecnologico
Un team di ricerca universitario sviluppa una nuova tecnologia medica e la concede in licenza a un’azienda che la commercializza sotto forma di un nuovo dispositivo medico. Oppure, fonda una startup per valorizzare anche economicamente il frutto della propria attività di ricerca e arrivare al mercato con un nuovo prodotto o servizio.
In modo molto semplificato, questo è un esempio di trasferimento tecnologico: quel processo di trasferimento di conoscenze, tecnologie, brevetti o innovazioni scientifiche da un laboratorio di ricerca al mercato.
L’obiettivo principale del trasferimento tecnologico è infatti la valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica, attraverso brevetti, creazione di spin-off, collaborazioni tra università e industrie, per portare sul mercato e rendere accessibili a un’ampia gamma di utenti il frutto del lavoro di ricerca.
Un processo da incentivare
«Il trasferimento tecnologico è un tema chiave e una leva fondamentale per promuovere l’innovazione» ha raccontato a INNLIFES Fabio Terragni, membro del Comitato di Gestione del management board di Human Technopole, con delega al trasferimento tecnologico (leggi l’intervista qui).
Ma in Italia, questo processo è rallentato fortemente dalla burocrazia. Lo ha evidenziato anche Marco Baccanti, Direttore Generale della Fondazione Innovazione e Trasferimento Tecnologico, istituita per supportare la nascita di iniziative imprenditoriali e valorizzare la ricerca degli IRCCS pubblici della Lombardia (Policlinico di Milano, Istituto Nazionale dei Tumori, Istituto Neurologico Carlo Besta, Policlinico San Matteo di Pavia e San Gerardo di Monza, l’IRCCS Mondino di Pavia e il Centro di ricerca Human Technopole (leggi qui l’intervista a Baccanti).
La burocrazia e le normative a cui le istituzioni pubbliche sono soggette frenano la messa a terra dell’innovazione e «dilatano inevitabilmente i tempi del processo di trasferimento tecnologico».
Processo che in Italia stenta a decollare non perché i ricercatori siano meno bravi, ha raccontato qui Mauro Giacca, Head of the School of Cardiovascular and Metabolic Medicine & Sciences del King’s College London. Piuttosto, bisogna potenziare i Technology Transfer Office delle università, «che devono occuparsi della valutazione della brevettabilità, della freedom to operate del brevetto, suscitare l’interesse degli investitori, ecc.». In Italia, secondo Giacca, bisogna costruire reti, un ecosistema dell’innovazione, e coltivare specifiche competenze e professionalità per creare ricadute concrete dall’innovazione che nasce nei laboratori e portare nella pratica clinica i risultati della ricerca.
Anche secondo Maria Grazia Roncarolo, scienziata italiana a Standford, «il brain power italiano è unico: dobbiamo solo metterlo a frutto». Quando l’abbiamo incontrata per conoscere l’attività di Tr1X, la biotech che ha fondato nel 2021 a La Jolla (San Diego), ha sottolineato con convinzione l’importanza di mettere a sistema il valore della ricerca italiana attraverso investimenti mirati, ma anche coltivando la cultura imprenditoriale all’interno delle università e dei centri di ricerca.
PerfeTTO
A questo punta PerfeTTo, rete italiana composta dagli uffici di trasferimento tecnologico (TTO) di 54 enti di eccellenza nel campo delle scienze della vita, finanziata con un investimento pubblico complessivo di 15 milioni di euro dal Ministero della Salute attraverso il Piano Nazionale Complementare (PNC) al PNRR (leggi qui l’intervista a Giulio Pompilio, direttore scientifico del Centro Cardiologico Monzino e responsabile scientifico del progetto che mette in rete i Technology Transfer Offices di IRCCS, università e istituti di ricerca). E a tal fine il network promuove anche attività formative, come il workshop Start up e Spin off: creazione di imprese innovative per fare il punto su come valorizzare un’innovazione attraverso la creazione d’impresa (il 19 settembre al Besta di Milano), o il Demo Investor Day in programma a Forlì in occasione della 5° assemblea generale di PerfeTTO il 15 e 16 ottobre.
Fondazione Innovazione e Trasferimento Tecnologico (FITT)
Ottimizzare competenze, processi e strumenti di business development per far sì ciò che viene scoperto in laboratorio possa effettivamente portare beneficio alla società trasformandosi in opportunità di cura è anche l’obiettivo della Fondazione Innovazione e Trasferimento Tecnologico (FITT) che intercetta una comunità di oltre 3.000 ricercatori e ricercatrici. FITT è stata coinvolta dall’Assessorato all’Università, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia nelle prime fasi di ideazione di una misura a supporto delle ‘proof of concept’ di idee innovative generate dalle attività di ricerca degli IRCCS lombardi. Misura attivata nell’ambito del Programma Regionale FESR 2021-2027 e che si prefigge di potenziare risorse umane e strumentali per progetti finalizzati al trasferimento tecnologico: le prime consultazioni degli stakeholders termineranno il 23 settembre.